Vigilanza privata, al via la Class Action dei sindacati Filcams-Cgil e Fisascat-Cisl contro le tabelle retributive del CCNL scaduto il 31 dicembre 2015 che aveva portato dentro anche i Servizi Fiduciari.
Lo si apprende da una nota congiunta delle 2 sigle sindacali che annunciano di “un’azione collettiva che potrebbe avere un effetto risolutivo della lunga vertenza.”
Le trattative per il rinnovo del CCNL e l’adeguamento dei minimi stipendiali fermi a oltre 8 anni fa, alle quali prende parte anche Uiltucs, sono ferme da gennaio e non hanno portato a nessun passo in avanti se non ad una offerta di 110 euro ritenuta non congrua dai sindacati. “Le Associazioni Datoriali disattendendo quanto sottoscritto, hanno di fatto generato, nel corso di questi anni, una situazione divenuta intollerabile. – si legge Queste sono le ragioni per cui abbiamo deciso di affrontare il problema non limitandoci alla gestione di cause individuali ma intraprendendo una class action, un’azione collettiva quindi, che, a condizioni date, potrebbe avere un effetto risolutivo“.
Ma che cos’è una class action? Che effetto può avere sul negoziato per il rinnovo e sui rapporti di lavoro?
“A differenza di una disdetta del contratto collettivo, che tra l’altro continuerebbe ad essere applicato dalle aziende come abbiamo potuto constatare in analoghi casi, abbiamo scelto – scrivono Filcams e Fisascat – questo innovativo strumento per agire in maniera più puntuale sul problema senza lasciare pericolosi spazi di manovra alle imprese che avrebbero in caso di disdetta sindacale mani libere vista l’assenza di una regolamentazione rappresentativa”.
Dunque la class action viene attivata a tutela di diritti individuali omogenei di una categoria, tra cui anche quelli dei lavoratori contro imprese, per conseguire l’accertamento di una loro responsabilità e la condanna al risarcimento del danno, in questo caso per aver applicato senza rinnovare salari troppo bassi. Per attivarla i sindacati devono essere iscritti ad uno specifico elenco, come ha ricordato il Tribunale di Milano con ordinanza del 13 ottobre 2022.
Class Action sì, ma anche l’azione ‘tradizionale’ sul fronte sindacale. I sindacati infatti sperano ancora in una riapertura del tavolo e in una soluzione rapida della controversia. Anche con l’intervento mediatore del Ministero del Lavoro:
“Siamo anche in attesa di una nuova convocazione da parte del Ministero del Lavoro, che è un’altra azione da noi intrapresa, per sollecitare le controparti a non tergiversare, prendendo ogni volta pause di riflessione che durano mesi”.