Vigilanza, retribuzioni non applicabili: “è sfruttamento”

Vigilanza Privata, le retribuzioni dell’ultimo rinnovo contrattuale risalente al 2013 per il settore “Servizi Fiduciari” sono state disconosciute dai sindacati di settore Filcams-Cgil e Fisascat-Cisl. Lo sottolinea una nota di Uiltucs con la quale si esprime “soddisfazione” per la decisione di avviare una Class Action. Presa di posizione sulle retribuzioni che allinea i tre sindacati sulla stessa posizione.

Uiltucs, si legge nella nota, già dal 2013 “non sottoscrisse quel Contratto in quanto lo ritenne già dieci anni fa un vero e proprio “bidone”: oltre a prevedere retribuzioni assurde per i “Servizi Fiduciari”, peggiorò anche la condizione economica e normativa per le Guardie Particolari Giurate”.

“Finalmente, – continua la nota che pone particolare accento sul rilancio dell’azione sindacale unitaria – con l’istanza di “class action” anche Filcams e Fisascat disconoscono l’attualità di tali retribuzioni: solo loro potevano eseguire tale azione legale avendole istituite con la firma del Ccnl 2013.

Class Action CCNL Vigilanza, che significa?

Quali effetti avrà la class action avviata dai due sindacati che firmarono l’intesa del 2013 sui rapporti di lavoro dei dipendenti attuali? La class action – spiega Uiltucs – “è un atto che non porta benefici economici ai lavoratori, ma sicuramente rafforza le trattative per il contratto”.

Insomma è la strada legale per mettere in discussione le tabelle retributive attuali dei lavoratori dei Servizi Fiduciari così basse da animare “decine di ricorsi per violazione dell’art. 36 Costituzione. Ricorsi che hanno portato a pronunciamenti favorevoli che riconoscono “a quei lavoratori il risarcimento del danno sulla base di una retribuzione oraria nettamente superiore a quella del Ccnl 2013″.

“Abbiamo dovuto ricorrere persino a centinaia di vertenze ricorda Uiltucs – per far riconoscere i pochi diritti del Ccnl 2013 perché le aziende non hanno esitato a violarli: Afac, calcolo lavoro straordinario, regolamento cooperative, Fasiv, banca ore, maggiorazioni riposo sono gli esempi più evidenti delle iniziative assunte, tutte con esito positivo e corresponsione delle somme dovute ai lavoratori”.

Ma non è finita. Ora UILTuCS si è resa protagonista di una “nuova azione legale con la presentazione di un esposto alla Procura della Repubblica denunciando, ai sensi dell’art. 603 bis del codice penale, lo sfruttamento dei lavoratori del settore”.