È inevitabile che insieme al Decreto Flussi che gestisce gli ingressi in Italia dei lavoratori stranieri si torni a parlare anche della mancanza di manodopera in agricoltura.
Lo fa Il Sole 24 Ore nell’edizione in edicola venerdì 10 marzo. Come scrive il quotidiano, in tempi brevi occorrerà definire nuove quote di ingresso per il triennio 2023-25: il primo decreto flussi ha definito una quota di lavoratori stagionali da impiegare in agricoltura e turismo di 44mila unità (lo scorso anno erano 42mila) con una “riserva” destinate alle organizzazioni agricole, firmatarie con il Ministero del Lavoro di un apposito protocollo, di 22mila (erano 14mila nel 2022).
Numeri in netto miglioramento ma ancora insufficienti rispetto al reale fabbisogno. A dirlo è il responsabile lavoro della Coldiretti, Romano Magrini, che parla al quotidiano:
«Già al precedente Governo avevamo chiarito che per i lavori stagionali in agricoltura servono almeno 100mila addetti. Nel click day in calendario per il prossimo 27 marzo siamo certi che le quote assegnate saranno di gran lunga superate dalle richieste delle aziende agricole. Noi stimiamo infatti che le richieste di lavoro stagionale superino le 100mila unità. Per questo è necessario prevedere una nuova quota supplementare che consenta lo scorrimento automatico delle domande presentate e “certificate” dalle stesse organizzazioni agricole.»
Inoltre, viste la necessità e la difficoltà di reperire manodopera specializzata, richiesta a gran voce dalle organizzazioni agricole è la possibilità di predisporre dei corsi di formazione professionale da effettuare all’estero per i lavoratori immigrati.