Riforma Fisco, dura presa di posizione dei Sindacati: i motivi

Al via il confronto con le Parti sociali sulla Riforma Fiscale 2023.

In vista dell’approvazione del Disegno di legge Delega sulla Riforma, ieri 14 marzo alle ore 14, sono stati ricevuti a Palazzo Chigi, i rappresentanti delle sigle sindacali confederali, a seguire c’è stato un incontro con le sigle minoritarie e il sindacalismo di base.

Dura è stata la presa di posizione dei sindacati, che uscendo da Palazzo Chigi al termine dell’incontro hanno rilasciato alcune importanti dichiarazioni.

La Vicesegretaria Generale CGIL, Gianna Fracassi ai microfoni dell’Ansa ha fatto sapere che l’incontro con il governo “non è andato bene né sul merito né sul metodo... non siamo d’accordo né sulla riduzione delle tre aliquote, perché va a favorire i redditi alti e altissimi, né sulla flat tax, che è fuori dalla dimensione della progressività prevista dalla Costituzione. Non siamo assolutamente contenti e soddisfatti. Non si tratta così un tema che riguarda tutti”. 

Per la CGIL, quindi la riduzione dell’Irpef sfavorirebbe le persone che hanno un basso reddito e l’introduzione del regime flax tax non risponderebbe al principio della progressività previsto dalla Costituzione.

Dura anche la replica del Segretario Cisl Luigi Sbarra che sottolinea “l’inadeguatezza” del confronto messo in campo dal Governo sulla riforma fiscale e “l’urgenza” di avere risposte. Sbarra aggiunge anche che il suo sindacato è pronto “a valutare insieme a Cgil e Uil iniziative di mobilitazione da mettere in campo a sostegno delle nostre ragioni.

Le osservazioni del leader Cisl, sono soprattutto 3: non è chiaro se la riduzione delle aliquote e rivisitazione degli scaglioni riguarderanno i redditi bassi o i redditi più alti; è stato chiesto di detassazione gli aumenti dei rinnovi dei contratti collettivi; rivedere la politica dei fringe benefit oggi ferma alla soglia dei 258 euro. 

Riforma fiscale 2023: cosa propone il Governo?

Diverse le novità fiscali messe in cantiere dall’Esecutivo che coinvolgono i redditi dei lavoratori dipendenti e sulle quali i sindacati hanno mostrato forti perplessità:

  • riduzione delle aliquote IRPEF da quattro a tre;
  • flat tax incrementale per tutti anche per i lavoratori dipendenti.

L’obiettivo è quello di ridurre la pressione fiscale, semplificandone il sistema e garantendo un equità di tipo orizzontale. Per far fronte al problema delle risorse, il Governo farà leva sulle tax expenditures: vale a dire tagliare le detrazioni e le deduzioni fiscali esistenti. Oggi sono circa 600 e sottraggono un gettito pari a 156 miliardi.

ll taglio delle spese fiscali, escluse le detrazioni del 19% per spese sanitarie, spese scolastiche, interessi passivi del mutuo e le deduzioni per colf e badanti, sarà forfettizzato per scaglione di reddito.

Al momento le ipotesi prevedono:

  • un 4% per lo scaglione di reddito più basso;
  • 3% del reddito per lo scaglione intermedio;
  • 2% per il terzo scaglione, fino ad azzerarsi sopra i 100mia euro.