Salario minimo, Meloni ‘boccia’ Schlein. E tace su un punto decisivo…

Salario minimo legale, cosa intende fare il Governo in carica per contrastare il fenomeno dei salari bassi e del lavoro povero?

La domanda l’ha posta la nuova Segretaria del Partito Democratico Elly Schlein direttamente alla presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, durante il question time del pomeriggio di oggi alla Camera dei Deputati.

La notizia era stata annunciata da TuttoLavoro24.it nella serata di ieri, che aveva in ANTEPRIMA divulgato i contenuti dell’intervento della Schlein. Ecco qual è stata la replica della Premier:

‹‹… l’ho già detto in passato, in un contesto come quello italiano che è caratterizzato da una elevata copertura della contrattazione collettiva e da un elevato tasso di lavoro irregolare, il governo non è convinto che la soluzione sia la fissazione di un salario minimo legale. […] Io ho un approccio pragmatico e mi interrogherei sull’ipotesi che il salario minimo minimo legale possa diventare non un parametro aggiuntivo delle tutele garantite ai lavoratori, ma un parametro sostitutivo, un parametro unico e nel nostro sistema un parametro di questo tipo rischierebbe, per paradosso, di creare per molti lavoratori condizioni peggiori di quelle che hanno oggi e fare, per paradosso, un favore alle grandi concentrazioni economiche alle quali conviene rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori, io la penso così. Io credo che sia molto più efficace estendere la contrattazione collettiva anche nei settori nei quali oggi non è prevista. Credo che sia efficace tagliare le tasse sul lavoro perché la ragione per la quale i salari sono inadeguati è che la tassazione è troppo alta per le imprese che devono assumere e occorre lavorare per combattere le discriminazioni e le irregolarità. Io credo che questo sia il modello più efficace ed è quello che intendiamo percorrere››.

Dunque secondo quanto dichiarato dalla Premier il Governo non porterà avanti alcuna iniziativa legislativa sulla fissazione di un salario minimo legale. La proposta del PD, sponsorizzata anche da altri partiti dell’opposizione (M5S, Azione-IV), viene dunque bocciata. C’è apertura invece per interventi che vanno nella direzione di sostenere edestendere la contrattazione collettiva” ai settori privi di un contratto collettivo di riferimento. Nessuna risposta invece, da parte della Meloni, verso un altro interrogativo posto dalla giovane Segretaria PD: cosa fare dei contratti collettivi cd. pirata, firmati cioè da sindacati privi di reale rappresentatività? Su questo tema centrale, che sta alla base dell’intera discussione, di estremo interesse poiché è quello che alimenta il problema del lavoro povero e i bassi salari, il Governo non ha fornito risposte.