Turismo: “costo operai 20 euro l’ora, non si rinuncia al RdC”

I turisti in arrivo con la bella stagione e le vacanze pasquali rischiano di trovare alberghi e ristoranti senza personale ad accoglierli. È l’allarme lanciato da Aldo Cursano, vicepresidente della Fipe Confcommercio, la Federazione italiana pubblici esercizi.

Cursano parla a Repubblica di martedì 14 marzo e spiega la preoccupazione che aleggia nel settore turistico e della ristorazione: il 30% delle imprese non trova personale per mancanza di candidati, il 13,8% per l’inadeguatezza dei curricula. Mancano cuochi, camerieri, banconieri di bar e gelateria. La stessa posizione viene ribadita da Cursano in collegamento con Rainews24.

Che il problema sia la paga è da considerare ma solo in alcuni casi, almeno secondo il vicepresidente Fipe:

«Noi come Fipe prevediamo contratti che hanno costi per l’azienda da 20 euro lordi all’ora per un operaio. Ma ci sono altri 30-40 contratti che vanno al ribasso, senza diritti, scatti, permessi. Applicare il giusto contratto – da apprendisti prima, operai poi – consente di avere stipendi dignitosi: un apprendista circa 1.200 euro al mese, un operaio 1.400-1.500 euro e poi 1.800 e anche 2.000 o più su se si gestisce la sala. Si arriva anche a un netto per un quarto livello di 1.400-1.500 euro su 15 mensilità».

Più probabile, dunque, che gli ostacoli siano da riscontrare nell’orario di lavoro («tanti hanno scelto lavori più estenuanti, pagati meno ma con il sabato e la domenica liberi»), nell’instabilità del settore («i 2 anni di pandemia hanno modificato la percezione sul nostro comparto, facendolo sembrare precario e poco affidabile») e nelle forme di assistenzialismo. Tra tutte, il Reddito di Cittadinanza, che stando alle dichiarazioni di Cursano è spesso preferito a uno stipendio:

«… Il lavoro in Italia c’è, i lavoratori no. Bisogna creare un percorso formativo, abbiamo bisogno di competenze. Diminuire l’entità del Reddito sarà uno stimolo a darsi da fare […] Ho avuto decine di colloqui con persone che non volevano rinunciare al Reddito e cercavano soluzioni comode come part-time, nero, o “senza impegno” per tenersi sussidio e lavoro. Se non faccio nulla e prendo 600-700 euro, per 500 euro aggiuntivi non mi conviene lavorare: questo il ragionamento da “metadone” di Stato. Abbiamo dovuto richiamare i pensionati».