Modello 730 2023, vediamo le cose più importanti da sapere per i contribuenti che presentano la dichiarazione del Redditi con modello 730 e che potrebbero aver diritto a rimborsi Irpef.
Per prima cosa, per ottenere i rimborsi modello 730 occorre prestare la massima attenzione all’individuazione del sostituto d’imposta.
La prima domanda che che un contribuente deve farsi è “chi farà il rimborso?” la risposta sembra facile – il datore di lavoro in qualità di sostituto d’imposta – ma è sempre così?
Bisogna ricordare che il rimborso avviene, da parte del datore di lavoro, sempre mediante compensazione con l’imposta dovuta.
Se una ditta ha pochi dipendenti, potrebbe mancare la capienza per effettuare il rimborso e quindi questo è un caso in cui il rimborso potrebbe saltare.
Un altro caso di mancato pagamento del rimborso, è quando il rapporto di lavoro cessa dopo la dichiarazione dei redditi e, pertanto, non è possibile ottenerlo.
Un esempio di questa tipologia è il lavoratore che presenta la dichiarazione dei redditi a maggio e, nel mese di giugno, viene licenziato.
Ecco, nell’immagine, dove va indicato (o non indicato) il sostituto d’imposta nel modello 730.
In caso di presentazione di modello 730 precompilato, l’Agenzia delle Entrate consente, per un certo periodo, di variare il sostituto d’imposta.
Nel caso il contribuente abbia cessato il rapporto di lavoro, ha due possibilità:
Il sostituto d’imposta è il soggetto che versa le imposte al posto del lavoratore (dipendente o autonomo).
In genere, soprattutto, nel settore privato, il sostituto d’imposta coincide con il datore di lavoro.
Nel settore pubblico non è sempre così, per esempio il sostituto d’imposta – nel Comparto Scuola – è il IV Dipartimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Questo concetto è molto importante ribadirlo perché spesso è fonte di errore da parte degli insegnanti che in alcuni casi, nel modello 730 precompilato, mettono il proprio Istituto Scolastico come sostituto.