Dovrebbe essere posto all’attenzione del Consiglio dei ministri proprio oggi 16 marzo un “decreto Acqua”, che possa contrastare la siccità.
Il problema della siccità non è più circoscritto a poche aree del globo e non può più essere rimandato. Lo sa bene il Governo, che lo scorso 1° marzo ha indetto a Palazzo Chigi un tavolo sulla crisi idrica, presieduto dalla Presidente del Consiglio Meloni e al quale hanno preso parte vari ministri e addetti ai lavori. E lo sa bene il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che per primo ha firmato un’ordinanza taglia sprechi lo scorso 14 marzo.
Nel corso della riunione è stata affrontata la questione idrica a fronte della siccità in corso, proponendo l’adozione di vari provvedimenti e interventi sia di natura operativa che “burocratica”.
È un programma a più punti quello che il Governo italiano a guida Meloni è pronto a mettere in campo contro la siccità, in parte accennato anche dalla stessa premier nel corso del question time alla Camera del pomeriggio di mercoledì 15 marzo. Come si intende farlo è scritto, nello specifico, nel sito del Governo:
Il tutto mentre l’Anbi, l’Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni, propone di istituire un ministero dell’Acqua, proprio come in Spagna.
Tra gli interventi di natura operativa (se ne contano 21), invece, si annoverano la costruzione di nuove dighe, di invasi per raccogliere l’acqua piovana e di opere a protezione del cuneo salino alla foce del Po. A tal merito, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini (che aspira a coordinare il tavolo) ha già pronti sette decreti che finanziano con circa 20 milioni di euro altrettante Autorità di Distretto per la gestione dell’acqua.
Una somma esigua se si considera che per aggredire il problema della siccità l’Esecutivo ha stimato un fabbisogno di circa 7,8 miliardi di euro. Già disponibili in realtà, come sottolineato dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ma ‹‹bloccati dalla burocrazia››.