Nuovo RdC MIA, Meloni a sorpresa: “retribuzione agli occupabili”

Reddito di Cittadinanza, non poteva che parlare del sussidio più discusso la premier Giorgia Meloni, intervenendo al Congresso Nazionale Cgil, dopo che il Governo con l’ultima legge di Bilancio ha spinto per la sua cancellazione a partire dal 1° gennaio 2024.

Un intervendo che arriva a distanza di circa 10 giorni dalle notizie filtrate da ambiti vicini al Ministero del Lavoro circa la prossima emanazione di un decreto che reintroduce il sussidio, a partire dal 1° settembre prossimo, con un nuovo nome: MIA Misura Inclusione Attiva.

“Il reddito di cittadinanza – ha tuonato secca la Meloni davanti ai delegati Cgil ieri a Rimini – è una misura che ha fallito gli obiettivi per i quali era nata perché c’era a monte un errore, dal mio punto di vista. E quell’errore era mettere nello stesso calderone chi poteva lavorare e chi non poteva farlo offrendo a tutti la stessa risposta. Sovrapponendo e confondendo gli strumenti di contrasto alla povertà e gli strumenti di assistenza con le politiche attive del lavoro, con il risultato di disincentivare l’offerta di lavoro e di favorire il lavoro irregolare. Io sinceramente penso che non esista platea più adeguata per dirlo ma io non credo che chi è in grado di lavorare debba essere mantenuto dallo stato con i proventi delle tasse di chi lavora duramente percependo spesso poco più di chi prende il reddito di cittadinanza”.

Nuovo RdC MIA: ecco cosa ha detto Meloni

Nuovo RdC, si chiamerà MIA secondo quanto è filtrato dai tecnici vicini alla Ministra del Lavoro Marina Calderone. La premier Giorgia Meloni ieri ha tracciato le linee di azione del Governo sul nuovo sussidio senza però entrare nello specifico e chiamarlo col suo nuovo nome:

Credo che la strada sia un’altra: noi intendiamo continuare a tutelare chi non è in grado di lavorare – pensionati in difficoltà, famiglie prive di reddito o minori a carico, over 60 che hanno perso il lavoro, invalidi – ma per chi può lavorare la soluzione è proporre posti di lavoro dignitosi ed è quello che stiamo lavorando per fare o inserire queste persone in percorsi di formazione anche con un minimo di retribuzione durante la formazione in settori nei quali è richiesta la manodopera”.

Dunque i cosiddetti ‘occupabili’ (soggetti tra i 18 e i 59 anni), a cui non sarà garantità una tutela economica continua, saranno inseriti in percorsi formativi nell’ambito delle politiche attive, finalizzati al loro reinserimento nel mercato del lavoro. E durante la formazione percepiranno qualle che la Premier chiama “retribuzione”.