Non servono i premi per gli imprenditori che assumono perché assumere è il loro mestiere. Piuttosto, occorre tagliare le tasse sul lavoro.
Lo ripete più volte il leader di Confindustria Carlo Bonomi intervenuto all’inaugurazione del nuovo Affari&Finanza, il settimanale economico di Repubblica, tenutasi lunedì 20 marzo alla Bocconi.
Bonomi boccia «gli incentivi in favore degli imprenditori che assumono» perché «è il mio mestiere: io non devo essere premiato perché assumo» dice davanti a una platea stupita. La soluzione, a detta sua, è tagliare le tasse sul lavoro: una battaglia, quella sul cuneo fiscale, che il sindacato sta portando avanti da due anni.
Il riordino delle aliquote dell’Irpef genera un risparmio da 300 euro per famiglia, sostiene Bonomi. Niente a che vedere con la sforbiciata del cuneo fiscale proposta dagli industriali, che porterebbe a «un taglio di 1.200 euro all’anno per chi ha un reddito fino a 35 mila euro. Possiamo farlo? Io credo di sì».
Per quanto riguarda il salario minimo, il leader degli industriali si dice favorevole. «Le proposte di legge depositate in Parlamento parlano di 9 euro lordi l’ora e i contratti collettivi nazionali del sistema Confindustria sono tutti superiori ai 9 euro», ma non ovunque. Il problema dei salari bassi e del lavoro povero in Italia è infatti evidente, ma non in tutti i settori: «sappiamo dove sono concentrati – asserisce Bonomi – Servizi, commercio, finte cooperative. Vogliamo contrastarli? Noi siamo d’accordo».