E’ vero che nel corso del 2023 molti percettori del Reddito di Cittadinanza perderanno il sussidio per le novità recate dalla legge di Bilancio, ma va detto che in alcuni angoli del Paese ci sono disoccupati di lunga durata che sono senza lavoro anche da 10 anni.
Questo succede soprattutto al Sud, dove nelle settimane scorse hanno sfilato migliaia di percettori RdC che chiedono un lavoro oppure di fermare la cancellazione del sussidio.
Succede soprattutto a Napoli, dove i “senza lavoro” sono organizzati da tempo in comitati e movimenti. Qualche giorno fa durante una delle loro tante manifestazioni si è arrivati perfino allo scontro con le forze dell’ordine (in foto immagini di repertorio).
A riportare la notizia è il quotidiano il manifesto in edicola oggi:
“una rappresentanza dei disoccupati del Movimento 7 novembre e Cantiere 167 Scampia espone le immagini delle ferite a testa, braccia, busto. Venerdì sono stati manganellati (un fermato e continue denunce) e non è stata la prima volta. Si tratta di due platee di inoccupati di lunga durata, circa 600 persone, che da nove anni, e in particolare nell’ultimo anno e mezzo, provano ad avviare un percorso di formazione per l’inserimento al lavoro. Nessun patto occulto con la politica ma tavoli con comune, regione, prefettura e ministero”.
Una situazione non certo facile perché nel capoluogo campano, a sentire gli imprenditori, soprattutto del turismo, il lavoro ci sarebbe, ma i percettori si rifiutano di lavorare in cucine e sale. «Ci volete tutti nelle pizzerie e nei bar a fare gli sguatteri» hanno gridato durante la manifestazione. Uno dei partecipanti spiega al quotidiano ‘comunista’ che loro puntano ad altro, qualcosa di più stabile e non stagionale:
«Stiamo lottando per progetti di pubblica utilità come manutenzione del verde, delle strade, delle scuole, decoro urbano, potenziamento dei servizi sociali. Basta con la formazione gestita solo a favore delle agenzie interinali».
Altri dicono: «A Scampia il 70% dei residenti è disoccupato, molti percettori di Rdc lo stanno perdendo. Da noi le istituzioni vengono a fare i turisti, a tagliare i nastri ma quello che c’è a Scampia è frutto di battaglie dal basso. Abbiamo la schiena diritta e lottiamo per il lavoro».