Pronti degli aumenti di stipendio per medici e infermieri di pronto soccorso. Lavorare in situazioni d’emergenza e urgenza è diventato sempre più difficile e stressante: vuoi per i turni, per le retribuzioni non sempre all’altezza o per le aggressioni che ormai sono quasi all’ordine del giorno.
Per questo motivo è pronto un pacchetto di misure che il governo si appresta a varare oggi, con un decreto del ministro della Salute Schillaci presentato al Consiglio dei ministri.
A riassumere quali dovrebbero essere le misure principali (che comunque potrebbero uscire dal CdM anche con modifiche sostanziali) contenute nel decreto è Il Messaggero di martedì 28 marzo. Vediamole:
Chi presta servizio nei pronto soccorso guadagnerà di più. Verrà incrementato il compenso per gli straordinari: un’ora di lavoro aggiuntivo potrebbe essere pagata 100 euro, invece degli attuali 60. Sarà inoltre anticipato l’aumento dell’indennità specifica prevista per medici e infermieri in prima linea: doveva scattare dal 2024, invece partirà già dal prossimo giugno.
A difesa dei medici e degli infermieri vittime di aggressioni viene introdotta un’aggravante specifica nel codice penale, a carico di chi commette violenze o minacce ai danni del personale sanitario. Saranno anche creati presidi di polizia: secondo quanto annunciato dal ministro dell’Interno Piantedosi, gli agenti arriveranno in quasi 200 ospedali italiani.
Si mette a regime il ricorso ai giovani laureati in medicina che stanno affrontando il loro periodo di formazione specialistica (già sperimentato per l’emergenza della pandemia). Potranno essere inseriti nei pronto soccorso prestando servizio per 8 ore a settimana.
Le aziende sanitarie potranno stabilizzare quei medici che non hanno una specializzazione, ma che già hanno lavorato nei reparti d’emergenza.
In deroga alle regole sul riconoscimento delle qualifiche professionali ottenute all’estero, nelle strutture sanitarie pubbliche saranno ammessi anche i medici stranieri, sia comunitari che provenienti da Paesi extra Unione europea.
Viene abolito il vincolo di esclusività previsto dalla legge Bindi.
Oltre che per i pronto soccorso, il decreto dovrebbe introdurre incentivi per chi presta servizio in altri reparti considerati disagiati e usuranti.
Il decreto Schillaci intende ridurre il ricorso ai medici gettonisti, ossia quelli ingaggiati dall’esterno e pagati a giornata o a turno con una retribuzione nettamente superiore a quella di un normale stipendio in sanità (con due turni di 12 ore totali si può arrivare fino a 1.500 euro al giorno). Per farlo intende da una parte garantire incentivi economici per il personale di ruolo, di cui si è detto finora; dall’altra, mettere dei limiti stringenti alle aziende sanitarie. Con un decreto del ministro della Salute, si fisseranno tetti al numero di esterni e alla durata del loro servizio. Inoltre ci sarà un tetto di età e una regolamentazione delle loro qualifiche professionali.