Pensioni aprile 2023: 3 voci nel Cedolino spiegate da INPS

La pensione di aprile 2023 sarà accreditata sabato 1° aprile, anche se per il ritiro presso gli uffici postali bisognerà rispettare il calendario di Poste Italiane.

Il cedolino della pensione è comunque visibile dallo scorso 20 marzo, quindi i pensionati non dovrebbero avere brutte sorprese riguardo l’importo. Ma oltre a questo, quali altri voci compongono l’assegno della pensione? Vediamo quali sono le informazioni principali.

Pensioni aprile 2023: le voci del cedolino

  • la data di pagamento.

Come detto sopra, per il mese di aprile 2023 le pensioni in pagamento presso Poste Italiane avranno valuta 1° aprile. Le pensioni in pagamento presso gli Istituti di credito, invece, avranno valuta 3 aprile.

  • trattenute fiscali: Irpef a titolo di acconto, addizionali regionali e comunali;

Per quanto riguarda le prestazioni fiscalmente imponibili sul rateo di aprile vengono prelevate, oltre alle ritenute IRPEF e all’addizionale comunale a titolo di acconto, anche le addizionali regionali e comunali relative all’anno di imposta 2022. Si ricorda che queste ultime trattenute sono effettuate in 11 rate nell’anno successivo a quello cui si riferiscono.

Le prestazioni di invalidità civile, le pensioni o gli assegni sociali, le prestazioni non assoggettate alla tassazione per particolari motivazioni (detassazione per residenza estera, vittime del terrorismo) non subiscono trattenute fiscali.

  • trattenute fiscali: conguaglio anno di imposta 2022.

L’INPS, in conformità con la normativa vigente, in qualità di sostituto d’imposta dei titolari dei trattamenti pensionistici, ha effettuato, entro il termine previsto del 28 febbraio, le operazioni di verifica tra l’ammontare delle ritenute operate e l’imposta effettivamente dovuta sull’ammontare complessivo delle somme corrisposte nel corso dell’anno d’imposta 2022, tenendo conto delle detrazioni eventualmente spettanti. 

Gli esiti di queste operazioni di verifica possono aver determinato conguagli di imposta a debito o a credito del titolare di pensione. Gli importi a credito eventualmente spettanti sono posti in pagamento direttamente sul rateo di pensione. I conguagli a debito, invece, vanno recuperati da INPS.

Conguaglio a debito pensioni: come funziona?

Per il recupero dei conguagli a debito l’INPS deve procedere secondo le modalità di seguito indicate in conformità alla normativa vigente:

  • pensionati con reddito di pensione annuo di importo inferiore a 18mila euro e debito IRPEF di importo superiore a 100 euro: si procede a recuperare il debito d’imposta rateizzandolo mensilmente sulle prestazioni pensionistiche in pagamento con rate di pari importo. Il recupero può essere effettuato al massimo in 11 rate;
  • pensionati con reddito di pensione annuo di importo superiore a 18mila euro oppure con reddito di pensione annuo di importo inferiore a 18mila euro e con debito IRPEF inferiore a 100 euro: il debito d’imposta viene trattenuto direttamente sulle prestazioni in pagamento dal mese di marzo 2023. Poiché non è prevista alcuna rateizzazione, si procede al recupero di quanto dovuto in unica soluzione sui ratei di pensione.

Nel caso in cui il rateo di pensione mensile non sia sufficientemente capiente per il recupero integrale del conguaglio di imposta a debito, il recupero prosegue sulle mensilità successive fino al recupero totale.

Tutti i pensionati che, a seguito dell’applicazione del conguaglio a debito, abbiano subito la riduzione o l’azzeramento della pensione possono acquisire il dettaglio delle operazioni di calcolo accedendo al servizio “MyINPS” o al cedolino di pensione e visualizzando la sezione dedicata ai conguagli IRPEF, in cui sono riportati puntualmente l’imponibile complessivo, l’imposta dovuta, quella effettivamente pagata e l’eventuale residuo debito da trattenere.

Le somme conguagliate verranno certificate nella Certificazione Unica 2023.