In Italia ci sono circa 366 mila lavoratori che hanno meno di 16 anni, quindi meno dell’età consentita dalle legge italiana per iniziare a lavorare. Il dato allarmante emerge dal rapporto “Non è un gioco” di Save the Children, presentato nella giornata di martedì 4 aprile assieme alla ministra del lavoro Marina Calderone.
Ed è proprio dalla rettrice di Palazzo Biagi che nasce l’idea, con l’obiettivo di combattere questa piaga, di un piano “Garanzia infanzia”: più controlli sul lavoro minorile illegale, accompagnamento dei ragazzi alla vita lavorativa futura con un uso corretto dell’alternanza scuola lavoro e contrasto all’abbandono scolastico. Anche perché dal rapporto emerge una stretta connessione tra lavoro minorile e coinvolgimento nel circuito penale.
Secondo il dossier, quasi un 14-15enne italiano su cinque svolge o ha svolto un’attività lavorativa prima dell’età consentita. Tra questi, più di un minore su dieci ha iniziato a lavorare già all’età di 11 anni o prima. Sulla base di questi dati, si stima che 336 mila minorenni tra 7 e 15 anni abbiano avuto esperienze di lavoro minorile – il 6,8% della popolazione di quell’età.
I settori prevalentemente interessati dal fenomeno del lavoro minorile sono:
Infine, sebbene il 70,1% dei 14-15enni che lavorano o hanno lavorato lo abbiano fatto in periodi di vacanza o in giorni festivi, il lavoro è intenso da un punto di vista della frequenza: quando lavorano, più della metà dei 14-15enni lo fa tutti i giorni o qualche volta a settimana, circa 1 su 2 lavora più di 4 ore al giorno.