Una nostra lettrice, appartenente al mondo della Scuola, ci scrive lamentandosi perché, confrontando lo stipendio di marzo 2022 con quello di marzo 2023, l’importo netto, malgrado gli incrementi contrattuali, risulta molto inferiore rispetto all’anno scorso.
La dipendente, ci ha invitato anche a non fare raffronti sui lordi, ma solo sul netto pagato in quanto – sostiene – “è con il netto che si mangia“.
In effetti, nei cedolini che la signora ci ha inviato, vediamo un netto pagato in marzo 2022 di 1.543,19 euro contro un netto pagato, a marzo 2023, di 1.125,25 euro: quindi lo stipendio sarebbe diminuito 417,94 euro nette.
Quindi una diminuzione importante ma, per indagare i motivi è necessario leggere i cedolini voce per voce, partendo proprio dal lordo per focalizzare il punto dove il problema è sorto.
Lo stipendio tabellare di marzo 2023 si è incrementato, oltre a causa degli aumenti previsti dal contratto, anche dall’indennità vacanza contrattuale 2019 e dell’elemento perequativo. Ma quello che balza all’occhio è il fatto che la docente, nello scorso anno scolastico, svolgeva due ore in più.
Però la differenza che abbiamo accertato di 123,67 euro in meno non è sufficiente a spiegare una diminuzione del netto di 417,94 euro. Quindi la docente, probabilmente ci ha tenuto all’oscuro di qualcosa.
Partiamo dall’esempio del cedolino della ‘nostra’ insegnante:
La principale artefice della diminuzione dello stipendio è stata l’insegnante stessa che ha ceduto quote volontarie dello stipendio per:
Sono aumentate le addizionali in quanto calcolate su un anno d’imposta precedente, il 2022, dove il reddito era maggiore per lo svolgimento di due ore eccedenti.
Abbiamo quindi visto che confrontare due netti ha poca importanza. Per capire il nostro cedolino è indispensabile partire dal lordo.
Abbiamo tratto anche un insegnamento morale: noi siamo artefici della nostra vita e le nostre scelte di vita possono influenzare il nostro stipendio che finisce per assomigliarci.