Il sussidio che andrà a sostituire il Reddito di Cittadinanza sarà più conveniente per le famiglie con figli minorenni. Al contrario, penalizzerà i single e le famiglie in cui non ci sono figli o soggetti disabili.
Se l’ipotesi introdotta nella bozza del decreto lavoro che sta circolando in questi giorni venisse confermata e trasformata in legge, le famiglie con figli in condizione di povertà avrebbero maggiori benefici rispetto al sistema passato, arrivando a riscuotere 125 euro i più al mese. Vediamo meglio in che modo.
Facciamo qualche esempio per far capire perché i single e le famiglie senza figli o altri membri andranno a perdere quasi 200 euro mensili di sussidio.
Ad oggi, una famiglia beneficiaria del Reddito di Cittadinanza che ha figli minorenni, vede decurtata una parte della quota destinata ai figli dall’Assegno Unico perché la stessa è già inclusa nel RdC. Con il nuovo sistema, invece, la stessa famiglia avrebbe diritto a un po’ meno denaro sottoforma di Garanzia di inclusione attiva ma vedrebbe intatto il valore dei due Assegni unici per i figli, andando quindi a ricevere, in totale, un sostegno economico più alto.
Secondo la bozza, le famiglie composte da percettori tra i 18 e i 59 anni senza disabili e senza figli a carico avrebbero diritto a un sussidio diverso, la nuova Garanzia per l’attivazione lavorativa (GAL).
Per questi nuclei, il Governo prevede una riduzione netta dei sussidi. Si parte da una quota base di 350 euro (inferiore dunque ai 500 del RdC) e di 175 per l’eventuale coniuge o convivente, per un totale di 525 euro al mese contro i 700 previsti dal Reddito di Cittadinanza. Non solo, nella nuova ipotesi di Governo a diminuire sarebbe anche il contributo per l’affitto, che scende a 180 euro al mese contro i 280 invariabilmente previsti dal RdC.
Pertanto, una famiglia composta dai soli coniugi perderebbe solo 175 euro di “quota base” più, eventualmente, altri 100 previsti per l’affitto, per un taglio totale che si aggira tra i 175 e 275 euro.