Un Bonus dal valore di 10.000 euro per ogni figlio che consentirebbe alle famiglie di abbattere la quota Irpef dovuta allo Stato, in modo che il contribuente possa trattenere per sé maggiore liquidità.
E’ questa la proposta avanzata dagli esponenti leghisti al Governo per contrastare il fenomeno della denatalità in Italia e favorire così le famiglie con figli. Ma il Bonus andrebbe anche ai percettori del Reddito di Cittadinanza?
Il Bonus di 10.000 euro annui di cui si parla, che altro non è che una detrazione fiscale sull’Irpef dovuta, sarebbe esclusa per i soggetti cosiddetti incapienti, vale a dire per coloro che hanno un reddito così basso da non poter fruire delle detrazioni.
Tra questi ci sono certamente anche una buona parte dei percettori RdC e di quelli che dal 2024 andranno a percepire la GIL – Garanzia Inclusione lavorativa, che sostituirà il “reddito”.
La soglia di incapienza fiscale è infatti di 8.145 euro annui, detta anche no tax area. E la gran parte dei percettori di sussidi come il “Reddito” si collocano al di sotto di questa soglia. Basti pensare che il valore ‘soglia’ per accedervi – diverso dall’ISEE – è 6.000 euro annui moltiplicato per il corrispondente parametro della scala di equivalenza (per ogni componente del nucleo familiare). Soglia elevata a 7.560 euro ai fini dell’accesso alla Pensione di cittadinanza. Se il nucleo familiare risiede in un’abitazione in affitto, la soglia è elevata a 9.360 euro.
Poco cambierà per queste famiglie che ‘traslocheranno’ dal RdC a GIL. Anche qui il valore di accesso – secondo quanto si legge dalle ultime bozze del decreto – è di 6.000 euro, con possibilità dei rialzi simili al sistema ‘rdc’. Chiaro che a queste condizioni la platea dei beneficiari dei sussidi sarebbe, di fatto, collocata fuori dal beneficio della detrazione a 10.000 euro per i figli.