Stagionali e Precari Scuola non tutelati: Sanzioni UE a 900milioni di euro

Le procedure di infrazione dell’Unione Europea verso l’Italia portano un conto salato alle casse dello Stato, e quindi alle tasche dei contribuenti.

Secondo quanto scrive Il Sole 24 Ore nella versione on line i numeri quantificano in “877,9 milioni le sanzioni pecuniarie a nostro carico alla data del 31 dicembre 2021”. 

Cifre incredibili, se si pensa che sono motivate da violazione del diritto dell’Unione o per mancata attuazione delle Direttive europee. Secondo a relazione presentata al Parlamento dal ministero dell’Economia le infrazioni pendenti al 30 giugno 2022 sono 91 (aggiornamento al marzo 2023).

Insomma l’Italia è da anni ‘colpevole’ seriale su varie materie, da quelle nel settore ambientale (che pesano per 680 milioni di euro) a quelle dei diritti, come il caso dello scorso mese di febbraio dell’avvio di una procedura di infrazione contro il nostro Paese per la normativa del Reddito di Cittadinanza ritenuta ‘discriminatoria’.

A queste si aggiunge il caso più recente dell’attivazione di una procedura di infrazione per mancata attivazione della Direttiva europea che regola il lavoro degli stagionali e il lavoro precario all’interno della pubblica amministrazione, che in Italia sono per lo più appartenenti al settore scolastico. E così il conto già salato delle sanzioni sale ancor più sù, superando i 900 milioni di euro se teniamo conto anche degli interessi di mora, e si aggiunge al costo sociale che grava sulle spalle dello stesso Stato (pensiamo solo alla NASpI e alle Pensioni) oltre che sui precari del turismo e della pubblica amministrazione.