Decreto 1° maggio, il decreto Lavoro che arriverà in Consiglio dei Ministri il prossimo lunedì è stato stroncato dall’opposizione.
Sintetizzato da Dario Nardella (PD) come «un decreto che taglia le risorse per combattere la povertà e aumenta il lavoro precario» o come «un drappo rosso sugli occhi», il decreto sarà seguito da un decalogo di contro-proposte e che ha come obiettivo quello di “restituire dignità e qualità al lavoro”.
Ad anticipare l’elenco delle 10 contro-proposte presentato dal partito a guida Elly Schlein ed elaborato dalla responsabile della nuova segreteria Cecilia Guerra è La Stampa, che nell’edizione in edicola di lunedì 24 aprile riassume così:
- Combattere la precarietà del lavoro;
- Limitare il ricorso ai contratti a tempo determinato, a partire da quelli di brevissima durata, regolamentandoli e rendendo più convenienti per le imprese i contratti stabili;
- L’apprendistato deve diventare il canale ordinario di ingresso nel mondo del lavoro;
- Abolire gli stage extra curriculari gratuiti;
- Combattere il lavoro povero e garantire tutele adeguate;
- Ridare forza alla contrattazione collettiva, approvando una legge sulla rappresentanza, per eliminare la piaga dei contratti pirata e permettere l’applicazione erga omnes dei contratti collettivi nazionali firmati dalle organizzazioni più rappresentative;
- Introdurre un salario minimo, con il trattamento economico dei contratti collettivi e una soglia minima legale condivisa con i sindacati;
- Superare la regola del massimo ribasso negli appalti e garantire nei subappalti, anche privati, le stesse condizioni di lavoro e di salario dell’appalto originario. No alla catena senza limiti dei subappalti;
- Definire tutele adeguate per il lavoro digitale, a partire dai rider (diritto all’assicurazione, alle ferie, alla malattia);
- Proseguire nel cammino già iniziato con il ministro Orlando per completare la riforma degli ammortizzatori sociali, rendendoli effettivamente universali, per i lavoratori precari, autonomi e del digitale.