La GAL, la garanzia per l’attivazione lavorativa che sostituirà il Reddito di Cittadinanza per coloro che hanno tra i 18 e i 59 anni e possono lavorare, potrebbe non vedere la luce del sole.
Il DL Lavoro, ribattezzato “decreto primo maggio” per via del giorno in cui dovrebbe essere varato, introduce la GAL come uno dei 3 strumenti con cui sarà rimpiazzato il RdC: avrà un importo pari a 350 euro mensili e durerà un anno, senza possibilità di rinnovo. Adesso però, gli attuali percettori del Reddito di Cittadinanza che avevano tirato un sospiro di sollievo quando avevano saputo dell’introduzione di suddetta misura a partire da gennaio 2024, rischiano di ricevere una nuova mazzata.
A fare da ambasciatore della brutta notizia è Avvenire, che nell’edizione in edicola giovedì 27 aprile rivela che «stando ad alcune indiscrezioni circolate ieri GAL potrebbe essere eliminata sulla spinta delle richieste di diversi settori della maggioranza.»
Insomma, mentre su GIL (la Garanzia per l’inclusione, indirizzata a chi non può lavorare, ossia ai nuclei familiari con una persona disabile, un minore o un anziano) e su PAL (la Prestazione di accompagnamento al lavoro, prevista in via transitoria quest’anno da settembre a dicembre) sembra che ci si possa ormai mettere la mano sul fuoco, su GAL si potrebbe rischiare di scottarsela.