Metalmeccanici, Aumento 207 euro ma 50% in tasse: ecco come

“Hai voglia a fare buoni contratti e a spuntare aumenti con due zeri se poi il fisco se ne mangia una fetta enorme. Anche il 50% stimano i metalmeccanici della Cisl, secondo cui più si contratta salario e più aumentano le tasse. In pratica ogni 10 euro guadagnati, 5 si volatilizzano. Per cui ora non basta un piccolo taglio del cuneo fiscale ma occorre ripristinare il recupero del fiscal drag, rivedere le aliquote ed adeguare le detrazioni all’inflazione”.

E’ quanto mette in luce sul quotidiano La Stampa il sindacato Fim-Cisl guidato dal Segretario Nazionale Roberto Benaglia.

“Il caso più emblematico – fanno sapere da Corso Trieste – è quello dei 69mila lavoratori del Gruppo Stellantis, di Iveco, Cnhi e Ferrari”, le aziende del Gruppo ex Fiat che nel mese di marzo hanno contrattato con i sindacati un cospicuo aumento con il rinnovo del Contratto Collettivo Specifico di Lavoro.

Se si prende ad esempio il caso di un lavoratore residente a Torino di Stellantis, – scrive il quotidiano torinese – con un reddito annuo di 30mila euro, i 207 euro di aumenti mensili in busta paga (ottenuti col recente rinnovo del Ccsl, assieme a 400 euro di una tantum e 200 di flexible benefit) scattati in parte a marzo (119 euro) ed in parte a gennaio 2024 (87,8 euro) vengono tassati al 50% per effetto delle aliquote marginali, del minore impatto delle detrazioni e delle addizionali comunali e regionali alte e progressive. Risultato? Al lavoratore, tolti contributi sociali e tasse, al netto restano in tasca solamente 103,4 euro dei 207 contrattati”.