Festività 1° Maggio, Datori di Lavoro stanno chiedondo il recupero. Si può fare?

Festività del 1° maggio 2023, la maggior parte dei lavoratori non ha prestato la propria opera durante il giorno che celebra il Lavoro, godendo della festività prevista dalla legge e rafforzata dai contratti collettivi.

Altri invece – soprattutto nei settori come turismo, trasporti, servizi, sanità – hanno prestato la loro attività e riceveranno per questa giornata una maggiorazione retributiva secondo quanto previsto dal CCNL.

In queste ore però, ci giunge notizie che molti datori di lavoro stanno chiedendo ai lavoratori che hanno fruità della festività, il suo recupero. Insomma di lavorare le stesse ora in altra giornata, senza una specifica retribuzione. Si può fare?

La risposta è no. Chiedere il recupero di una giornata di Festività, senza una retribuzione aggiuntiva (ad esempio come lavoro straordinario o supplementare nel caso di lavoratori in part-time), significa di fatto disconoscere la Festività. Significa negare al lavoratore il diritto ad una giornata di non lavoro, che in base alla legge deve essere retribuita. Una condotta quindi illegittima da parte del Datore di Lavoro, che ben potrebbe avere esigenza di rafforzare le prestazioni in altra giornata, ad esempio nella giornata del sabato seguente, ma in quel caso dovrebbe al lavoratore la retribuzione del lavoro straordinario. Lo straordinario, si sa, ha un costo ed è per questo che alcuni preferiscono sottrarre un diritto al lavoratore pur di risparmiare poche ore di lavoro in più da retribuire.