Abbiamo visto gli effetti del Decreto Lavoro sui lavoratori dipendenti, ma nel caso dei pubblici dipendenti, in alcuni casi, c’è il rischio di esclusione dal beneficio del taglio del cuneo fiscale malgrado l’imponibile previdenziale mensile non superi i 2.692 euro mensili.
Addirittura, c’è il rischio di una forte diminuzione dello stipendio di quasi 120 euro mensili come andremo a dimostrare.
Com’è possibile che, malgrado il taglio dei contributi, qualcuno possa vedere lo stipendio ridotto?
Con la legge di bilancio 2023, il Governo ha introdotto l’assegno accessorio pari all’1,5% della retribuzione.
Tale assegno non è stato ancora erogato ai dipendenti e finora alcuna spiegazione è stata data sulla mancata applicazione del provvedimento a cinque mesi dall’introduzione.
Nel caso l’assegno venga pagato, per esempio, ad agosto, verrebbe a crearsi il paradosso riportato in questa tabella:
Gli oltre due milioni di stipendi gestiti dalla piattaforma del Ministero dell’Economia e delle Finanze “NoiPA” il taglio del cuneo contributivo arriverà a partire dal mese di agosto 2023.
Il taglio del cuneo contributivo viene riconosciuto a mese maturato, cioè il mese successivo a quello di competenza per evitare indebiti pagamenti.
Ogni mese pertanto, nel cedolino, i dipendenti troveranno la voce “arretrati” nella quale sarà inserito il taglio del cuneo contributivo.
Il beneficio, pertanto, inizierà ad agosto 2023 e terminerà a gennaio 2024 in attesa che il provvedimento venga reiterato per l’anno successivo.