Metalmeccanici, a giugno 2023 le parti sociali si incontreranno per adeguare i minimi e garantire dunque dei nuovi aumenti stipendiali. A farlo sapere sono gli stessi sindacati, con un comunicato FIM-CISL di oggi.
L’inflazione registrata a consuntivo dall’ISTAT nel 2022 è stata più elevata di quanto previsto al momento della sottoscrizione del CCNL firmato da Federmeccanica e Assistal (5 febbraio 2021) e pertanto gli incrementi salariali previsti al momento della firma non sono riusciti a contenerla.
Per questo motivo, la clausola di garanzia del vigente CCNL prevede un incremento di 27 euro (+1,44%) a giugno 2023 per il livello C3 (ex 5°). Ma calcolare con assoluta precisione l’aumento salariale per i metalmeccanici ancora non è possibile: bisognerà attendere il prossimo giugno, quando ISTAT comunicherà il dato a consuntivo dell’inflazione 2022.
Ad oggi, si conoscono solo le previsioni fatte dall’ISTAT lo scorso anno, che prevedevano per il 2022 il 4,7%, e il dato elaborato lo scorso febbraio che misurava un 4,5%. Se le previsioni saranno confermate, l’aumento medio mensile dal 1° giugno 2023 (riparametrato per tutti i livelli contrattuali) vedrà un importo intorno agli 80 euro, anziché ai 27 stabiliti dal CCNL vigente.
Una clausola di salvaguardia similare è prevista anche per i metalmeccanici che hanno sottoscritto il CCNL di Unionmeccanica, Cooperative e Federorafi, mentre per il contratto di Confimi sarà il negoziato che si aprirà a maggio 2023 a definire la quantità di recupero salariale.