Il Decreto Lavoro è legge dal 5 maggio e con esso la riforma del reddito di Cittadinanza.
Il sussidio muterà completamente per la platea dei cd. Occupabili a partire dal 1° settembre prossimo quando, soggetti tra i 18 e i 59 anni che avranno beneficiato per 7 mesi del vecchio RdC, poichè privi di fragili nel nucleo familiare (minori, disabili, over 60) potranno passare al Supporto per la Formazione e il Lavoro (per conoscere i requisiti clicca qui).
Il SFL si attiverà solo se i disoccupati si inseriranno in percorsi formativi oppure parteciperanno ai progetti di utilità collettiva (PUC), oppure altri strumenti di politica attiva del lavoro.
Ma se è vero che sorgono dubbi circa la possibilità che i corsi di formazione partano davvero e i disoccupati privi di sussidio vengano effettivamente coivolti, è vero anche il dubbio ‘opposto’: i disoccupati ‘occupabili’ vorranno aderire ai percorsi formativi per rimettersi in gioco? Alla base dell’interrogativo c’è infatti la convinzione che una parte potrebbe non accettare poichè la frequenza del corso impedisce lo svolgimento del lavoro in nero.
Secondo le intenzioni del Governo la struttura del SFL va infatti proprio a colpire i furbetti che fino ad ora percepivano il sussidio e continuavano a lavorare senza contratto.
Lo scrive il quotidiano Libero in edicola oggi:
“bisognerà vedere quanti accetteranno il percorso di formazione per l’avviamento al lavoro che prevede una indennità di 350 euro per 12 mesi. Il Supporto per la formazione e il lavoro – nelle intenzioni del governo – dovrebbe portare nel mondo del lavoro la platea degli “occupabili” (vale a dire quelli tra i 18 e i 59 anni) in condizioni di povertà”.