Le pensioni minime non aumentano nonostante le promesse del Governo e, in particolare, di Forza Italia. Il partito di Silvio Berlusconi, che punta a raggiungere in pochi anni 1.000 euro di assegno, ha spinto – di recente – perchè il tema fosse messo nell’agenda dell’Esecutivo. E così anche il Documento di economia e finanza ‘parla’ dell’incremento delle pensioni minime.
Nel frattempo una legge dello Stato – anche se transitoria (dura 2 anni) – c’è ma ancora non viene applicata fino in fondo. Si tratta della legge di Bilancio che ha portato le pensioni minime poco sotto la soglia dei 600 euro, per la precisione a 572,20 euro per gli under 75 e 599,82 euro per gli ultra 75enni.
Con la circolare n. 35 del 3 aprile 2023 l’Inps aveva annunciato gli aumenti a partire da maggio, inclusi gli arretrati da gennaio, “in via eccezionale” – scriveva l’Istituto – in quanto trattasi di una norma con durata biennale. Ma così non è stato. A maggio non sono arrivati, come si auspicava.
Secondo quanto riporta il quotidiano Il Messaggero e fermo restando che siamo in assenza di precisazioni ufficiali, “sembra che il problema sia proprio nella fretta con cui la norma è stata buttata giù a fine 2022. In particolare il testo non permetteva di delimitare esattamente la platea, che potenzialmente consiste di circa due milioni di pensionati. Va ricordato che il concetto di “trattamento minimo” non impedisce l’esistenza di assegni più bassi, perché per ottenere l’integrazione è necessario non superare una soglia di reddito complessivo. Esistono inoltre gli assegni “cristallizzati” al di sotto del minimo, ad esempio quando ad una pensione diretta si aggiunge quella di reversibilità”.
Problemi che sicuramente dimostrano che il tema era più complesso di quanto il Governo pensava e che si è tentato di ricomporre frettolosamente a fine dicembre 2022, con il varo della legge di Bilancio.
Sta di fatto che ora occorre attende di sapere cosa intende fare Inps, visto che si è ancora in attesa di “ulteriori istruzioni operative, con apposito messaggio, in merito all’applicazione della misura”