Stipendi dipendenti pubblici: ecco l’assegno accessorio nel cedolino.
Mentre NoiPA e Ragioneria Generale dello Stato non sanno ancora come risolvere il problema di come inserire l’assegno accessorio nel cedolino, ci sono pubblici dipendenti che, già da qualche mese, lo trovano nel cedolino.
L’assegno accessorio una tantum è stato introdotto dalla Legge di Bilancio n. 197/2022 all’art. 1 comma 330.
Si tratta di un assegno, corrisposto per tredici mensilità, pari all’1,5% dello stipendio in godimento alla data del 1° gennaio 2023.
Hanno diritto all’assegno accessorio, tutti i pubblici dipendenti.
A differenza degli aumenti contrattuali, questo assegno è stato concesso unilateralmente dal Governo.
Il provvedimento è stato duramente contestato dalle maggiori sigle sindacali che hanno dichiarato questa misura insufficiente a coprire il deprezzamento degli stipendi dovuti al forte aumento dell’inflazione arriva a lambire il 10%.
Già da qualche mese, ai dipendenti pubblici non gestiti da NoiPA, è stato attribuito l’assegno accessorio. Al contrario, per gli oltre due milioni di dipendenti pubblici gestiti da NoiPA, non è stata ancora decisa la data in qui accreditare l’assegno.
Secondo NoiPA l’assegno andrebbe pagato nello stipendio del mese di competenza trattandosi di un emolumento analogo alle altre competenze fisse.
Secondo la Ragioneria Generale dello Stato l’assegno accessorio non farebbe parte della retribuzione fissa ma è un emolumento provvisorio, finanziato per un solo anno e, quindi, secondo questo parere, andrebbe retribuito a mese maturato, cioè nello stipendio del mese successivo.
In attesa di questa decisione, che tarda a venire, gli arretrati maturati si stanno ingrossando.