L’indennità per mancato preavviso, che spetta nei casi di recesso anticipato del rapporto di lavoro, è regolata dall’art. 2118 del Codice Civile che recita:
Art. 2118. Recesso dal contratto a tempo indeterminato.
Ciascuno dei contraenti può recedere dal contratto di lavoro a tempo indeterminato, dando il preavviso nel termine e nei modi stabiliti, dagli usi o secondo equità.
In mancanza di preavviso, il recedente è tenuto verso l’altra parte a un’indennità equivalente all’importo della retribuzione che sarebbe spettata per il periodo di preavviso.
La stessa indennità è dovuta dal datore di lavoro nel caso di cessazione del rapporto per morte del prestatore di lavoro
Essendo regolata dal Codice Civile, l’indennità per il mancato preavviso non spetta a tutti i dipendenti pubblici, ma solamente a coloro che hanno un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, spetta cioè ai dipendenti pubblici privatizzati, cioè a coloro il cui rapporto di lavoro è regolato dal Codice Civile.
Quindi l’indennità mancato preavviso spetta:
Non spetta a:
Non sono molti i casi in cui l’indennità per il mancato preavviso viene corrisposta.
Possiamo comunque riassumere alcuni casi tipo:
L’art. 2122 del codice civile precisa che, in caso di morte del dipendente
le indennità indicate dagli articoli 2118 e 2120 devono corrispondersi al coniuge, ai figli e se vivevano a carico del prestatore di lavoro ai parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo grado.
Negli Stipendi gestiti da NoiPA, l’indennità si calcola tenendo conto dell‘ultima retribuzione fissa e continuativa.
Ecco un esempio di calcolo per un dipendente cessato dal servizio con più di 10 anni di anzianità
In caso di anzianità tra i 5 e 10 anni i mesi da liquidare si riducono a tre e, con un’anzianità inferiore a cinque anni, solamente due mensilità saranno corrisposte.