Lucas e il suo sogno di diventare calciatore

Mi chiamo Lucas, sono un ragazzo brasiliano di 20 anni, proveniente da un villaggio agricolo e calciatore del Real Madrid. Ora sono piuttosto famoso, gioco anche come titolare e sono molto fiero di me. Con tanti sacrifici ho raggiunto il mio sogno, un sogno che avevo da piccolo, ma che temevo non si avverasse mai.

Mi ricordo quando avevo appena 14 anni e giocavo sui campi con i ragazzi della piccola comunità in cui vivevo, senza scarpe perché i miei genitori non avevano soldi per comprarmeli, ma non ci facevo caso, non sentivo nessun dolore perché questo era il mio obiettivo: arrivare in alto come calciatore, magari in una squadra europea, perché no?

Le condizioni di vita della mia famiglia erano quelle dei nostri amici e compagni del villaggio: precarietà, incertezze sul lavoro, pochi soldi, figuriamoci se poteva scapparci una scuola calcio! Mamma e papà lavoravano ai campi di tabacco dalla mattina alla sera, d’estate e d’inverno. Ma quello che ricavavano dalle coltivazioni non era abbastanza per sfamare la famiglia e concedersi qualcosa che non fosse di stretta necessità. Io ero felice così e mi divertivo, il calcio era il mio posto sicuro.

Un giorno decido di iniziare a lavorare in un magazzino per aiutare i miei genitori, e magari riuscire a pagarmi la scuola calcio nella città vicina. Ma non mi aspettavo che fosse così faticoso e impegnativo, tornavo a casa stanco morto e non avevo più le forze di allenarmi. Dopo un anno, sono riuscito a mettere da parte i soldi per iscrivermi a quella scuola, e così ho iniziato ad allenarmi in tutti i momenti liberi che strappavo al lavoro. Il grande giorno è arrivato, ero molto felice ma anche ansioso perché mi avrebbero visto tanti osservatori di squadre importanti. Quella partita è stata decisiva per me, un totale cambiamento nella mia vita, ho segnato tre goal e, a fine partita, i miei genitori sono stati contattati da un impresario che mi ha offerto un posto nel Real Madrid.

Questa è la mia storia. Oggi sono soddisfatto, ma so che non mi posso fermare, ho ancora tanti goal da segnare e nel mio cuore ci sono sempre loro, i miei genitori che ogni tanto vengono a trovarmi e che aiuterò sempre, finché potrò.

Alexandru Miloiu, classe 3° B