Assegno Unico, nuovi importi in arrivo nel mese di giugno: può trattarsi sia di cifre più alte del solito che, ahimè, più basse.
In queste ore INPS sta comunicando dei nuovi appuntamenti di pagamento della prestazione per i figli a carico, fissati per giugno. Ma ciò che sul Fascicolo Previdenziale cattura davvero l’attenzione non è tanto la data di pagamento quanto l’importo che sarà erogato: le cifre, infatti, in alcuni casi sono nettamente più alte del solito. Qualcuno, invece, lamenta importi più bassi di sempre.
La spiegazione è da ritrovare nel messaggio INPS n. 1947 del 26 maggio scorso, nel quale l’Istituto illustra la procedura che ha portato a questi nuovi pagamenti. Vediamola.
Con l’Assegno Unico di maggio (in alcuni casi sarà pagato a giugno), i percettori potrebbero trovare cifre diverse dal solito: sia aumenti, sia tagli.
Come scrive INPS, infatti, “è stata avviata a livello centrale la rielaborazione di tutte le competenze mensili a partire dalla mensilità di marzo 2022, attraverso il ricalcolo degli importi effettivamente dovuti e il calcolo delle differenze, sia in positivo che in negativo, con gli importi già liquidati nel corso dell’annualità 2022 tenuto conto anche delle mensilità già erogate nei primi mesi del 2023. A seguito di tale rielaborazione, sono state determinate alcune compensazioni, che hanno dato luogo a importi da erogare in favore del richiedente l’assegno (c.d. “conguagli a credito”) o a somme che sono state erogate indebitamente e che quindi devono essere oggetto di recupero (c.d. “conguagli a debito”).“
Insomma, i pagamenti di Assegno Unico per il mese di maggio in corso in questi giorni sono comprensivi di importi a titolo di conguaglio finale. Conguaglio a credito, se è INPS che deve dare, a debito se invece a dover dare è il percettore. Ma come vengono fuori questi conguagli?
In aggiunta alle variazioni della DSU, che rappresenta il caso più frequente, il ricalcolo viene effettuato anche a seguito di altre 9 motivazioni, descritte da INPS in suddetto messaggio:
Il ricalcolo ‘di massa’ riguarderà oltre 512.000 famiglie. Di queste, 378 mila avranno un conguaglio a debito.