Per coloro che hanno redditi superiori a 15.000 euro ci potranno essere presto novità. La premier Giorgia Meloni parlando ieri ai sindacati Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal, convocati a Palazzo Chigi per discutere di difesa del potere di acquisto dei lavoratori e riforma fiscale ha parlato di «riduzione progressiva delle aliquote Irpef».
Che significa? Che il Governo pensa ad un abbattimento delle tasse sul reddito da lavoro in modo da far salire il reddito netto per le famiglie.
Come può realizzarsi? E perchè coinvolgerà chi sta poco sopra la soglia dei 15.000 euro? Vediamo i dettagli.
L’attuale sistema di prelievo fiscale prevede un sistema a scaglioni e di percentuali crescenti:
Il Governo, secondo le intenzioni e secondo quanto previsto – non molto chiaramente – nella delega Fiscale punterebbe ad estendere l’aliquota più bassa del 23% ad una platea più ampia di redditi, quindi oltre la soglia di 15.000 euro.
«Nella nostra idea questo significa ampliare sensibilmente lo scaglione più basso per ricomprendervi molti più lavoratori», ha detto la Premier. Non si è parlato di numeri ma l’ipotesi che circola è di un’estensione del 23% almeno per chi ha un reddito fino a 20.000 euro.
Ipotesi suggestiva e molto interessante per chi, annualmente, ‘viaggia’ intorno a quelle cifre. E che potrebbe portarsi dietro l’estensione del Bonus 100 euro (ex Renzi), meglio noto come trattamento integrativo Irpef di cui godono con certezza tutti coloro che hanno un reddito fino a 15.000 euro. Al di sopra di questa soglia spetta solo se l’ammontare delle detrazioni supera l’imposta lorda.