Ripartono nuovi progetti PUC presso i comuni italiani, che prevedono il coinvolgimento dei percettori del Reddito di Cittadinanza impegnati a svolgere 8-16 ore di lavoro settimanali.
Lavoro non direttamente ricompensato con la retribuzione, perchè i PUC non costituiscono rapporto di lavoro, ma con lo stesso ‘Reddito’ che percepiscono mensilmente sulla Carta RdC.
Le attività svolte dai percettori RdC non sono lavoro, è chiaro, e questo lo dice la legge, ma fanno emergere un altro dato dal valore politico: nei Comuni, presso gli Enti pubblici locali, dove c’è carenza di organico, specialmente tra le mansioni più semplici, il lavoro c’è e manca la manodopera.
E allora perchè i Comuni non assumono direttamente i percettori del Reddito di Cittadinanza, soprattutto tra coloro che a fine luglio, riceveranno l’ultima ricarica e saranno ‘messi alla porta’ dalla riforma Meloni?
I percettori RdC chiamati nell’ambito dei Progetti di Utilità Collettiva – PUC svolgono le attività più disparate: giardinaggio, pulizia delle strade, assistenza al personale amministrativo, orientamento all’utenza, ecc. Per loro è prevista la sola copertura assicurativa.
L’ultima notizia che racconta dei percettori messi a lavoro perpetuando il loro stato di precariato senza uno sbocco futuro viene dal Comune di Viterbo, dove – si legge sulla stampa locale – “saranno impiegati come cantonieri”. Ma i cantonieri non sono ordinari lavoratori subordinati dell’ANAS?
A Bari nell’ambito del PUC – Progetto di utilità collettiva “Il cittadino e la Giustizia” che vedrà impegnati 42 percettori del Reddito di cittadinanza in attività di supporto agli uffici della Procura della Repubblica del capoluogo. In precedenza 113 beneficiari del Reddito avevano lavorato ad un progetto analogo, per oltre 3.000 giornate, in 13.316 ore di attività nell’arco dei diciotto mesi di durata del PUC. Per quanti di questi ci sarà la possibilità di un percorso di inserimento lavorativo?
A Milano – ulteriore esempio di una città molto impegnata a coinvolgere i percettori – in circa 200 faranno i “Custodi del Bello”. Divisi in nove squadre saranno attivi in sei Municipi della città (2, 3, 4, 7, 8, 9), con l’obiettivo di occuparsi della cura di aree verdi, strade, piazze, aiuole e parchi segnalati dall’Amministrazione. L’idea è di ampliare ulteriormente, nei prossimi mesi, le aree coinvolte.