Reddito di Cittadinanza, tra l’abrogazione della vecchia normativa e la riforma recata dal Decreto Lavoro il Governo ha risparmiato 2 miliardi circa.
E’ quanto si legge nella relazione annuale della Banca d’Italia, dove – a conti fatti – emerge che la platea destinataria del sostegno potrebbe scendere del 40% rispetto a quella attuale. Vediamo i dettagli di quella che sarà una vera e propria stretta.
Il Reddito di Cittadinanza sarà sostituito dal 1° gennaio 2024 da una nuova misura denominata Assegno di inclusione-AdI. La soglia di accesso ISEE è 9.360 euro.
L’AdI spetta ai nuclei composti da 1 o più membri all’interno dei quali vi sia almeno uno tra:
I nuovi requisiti familiari minimi fanno sì che il nuovo RdC escluderà una buona parte dell’attuale platea, circa il 40% dei percettori non lo prenderà.
L’importo dell’AdI parte da 500 euro mensili, 6.000 euro annui, per i nuclei costituiti da un solo membro. Importi maggiori saranno destinati per nuclei familiari compositi, con 2 o più membri. Ma dov’è il taglio?
A fare la differenza sugli importi finali saranno i coefficienti di calcolo dell’importo per gli altri membri. Per i membri che siano anche disabili o non autosufficienti il Decreto Lavoro ha previsto degli aumenti dei coeffienti, mentre questi saranno più bassi per gli adulti tra 18 e 59 anni che non hanno bisogno di cura e per i minori. In compenso l’AdI però sarà pienamente cumulabile con l’Assegno unico, mentre attualmente è prevista una decurtazione.
Più in generale rispetto al Reddito di cittadinanza, con l’Assegno di Inclusione i componenti maggiorenni sono considerati nella scala di equivalenza solo se: