Silvio Berlusconi è morto ma il Reddito di Cittadinanza è stato abolito pochi mesi dopo la sua promessa di non farlo cancellare. Era settembre 2022, in piena campagna elettorale, quando per la seconda volta ammise che per lui, il sussidio destinato ai più poveri, era da preservare.
Certo l’ultima parola non spettava a lui, nonostante la sua opinione fosse sempre una delle più ascoltate e influenti.
Sulla cancellazione del RdC il Governo a guida Meloni ha sempre tirato dritto, prima con la legge di Bilancio, e poi con la sua riforma: Assegno di Inclusione per chi è impossibilitato a lavorare e Supporto per la formazione e il lavoro per chi invece fa tra i 18 e i 59 anni e può svolgere un impiego.
A nulla sono valse le sue dichiarazioni, tipiche di chi dice quello che pensa ma che poi deve comunque scendere a patti con le altre forze politiche.
‹‹Deve restare alle persone che sono povere e ha dato la possibilità di vivere›› aveva detto, riconoscendo al Movimento 5 Stelle il merito di aver dato voce a un disagio reale che colpisce milioni di italiani, quello della povertà assoluta.
Si può quindi dire che con la morte di Berlusconi il sussidio perda una sorta di ‘alleato‘ che sin dalle prime voci sull’abrogazione si è battuto affinché il sussidio non venisse cancellato. Berlusconi non ce l’ha fatta e…il Reddito di Cittadinanza prima di lui.