Colf e badanti, tra gli emendamenti al decreto lavoro attualmente in discussione al Senato, è stato approvato quello relativo all’esonero contributivo per gli anni 2023,2024 e 2025, per i datori di lavoro che assumono o stabiliscono badanti che assistono anziani non autosufficienti.
Si tratta di una misura volta a supportare le famiglie impegnate nell’assistenza di anziani e a contrastare il lavoro nero in ambito domestico.
Il testo dell’emendamento approvato e nello specifico dall‘art 39-bis, prevede che:
” al fine di supportare le famiglie nell’assistenza agli anziani, per gli anni 2023, 2024, 2025 è previsto un esonero contributivo del 100 per cento, nel limite massimo di importo di 3.000 euro annui, per 36 mesi…
In caso di assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato di contratti di lavoro domestico con mansioni di assistente a persona non autosufficiente con più di sessantacinque anni.
Il beneficio non spetta nel caso in cui tra il medesimo lavoratore e il medesimo datore di lavoro o persona del suo nucleo familiare sia cessato un rapporto di lavoro domestico da meno di ventiquattro mesi.
Il beneficio non spetta, altresì, in caso di assunzione di parenti o affini, salvo che il rapporto abbia ad oggetto lo svolgimento delle mansioni di cui all’articolo 1, comma 3, secondo periodo, del d.P.R. 31 dicembre 1971, n. 1403“.
Come abbiamo sopra detto, è stato approvato un emendamento al decreto lavoro che prevede un esonero dei contributi pari al 100% per tre anni: dal 2023 al 2025, per le famiglie che assumono o stabilizzano badanti che assistono anziani non autosufficienti.
L’esonero non spetta nel caso in cui tra lo stesso datore di lavoro e lavoratore domestico sia cessato un rapporto di lavoro da meno di due anni, o in caso di assunzioni di parenti o affini se non per lo svolgimento delle mansioni di cui all’art 1 comma 3 DPRn.1040.
Per finanziare questo provvedimento, sono stati stanzianti 15 milioni di euro, insufficienti per coprire le tre annualità.
Come riporta Il Sole 24 Ore “al momento, fanno sapere dal governo, la misura potrebbe essere coperta per un solo anno, e servirebbero una trentina di milioni per garantire lo sconto per il biennio successivo. Se non si riuscirà a garantire le risorse necessarie è quasi scontata una bocciatura ex articolo 81 della Bilancio e la possibililtà che la misura confluisca nel Ddl Lavoro”.