Assegno Unico 2023, Pagamenti in stallo per 2 motivi

Assegno Unico, INPS è alle prese coi ricalcoli e i conguagli della prestazione per i figli a carico da marzo 2022 ad ora. Ricalcoli che a volte hanno portato soldi in più nelle tasche dei percettori mentre altre hanno portato a decurtazioni sull’importo. Decurtazioni che andranno avanti anche per mesi, se la cifra che in passato INPS ha accreditato erroneamente è alta.

Non tutti le situazioni però sono state ben definite. Accedendo al nuovo pannello informativo, infatti, alcune famiglie non riescono ancora a visualizzare le cause del ricalcolo. Vediamo perché.

Assegno Unico 2023: 2 motivi di ritardo

In molti casi l’Assegno Unico è stato integrato da INPS con importi a credito delle famiglie per effetto di diverse variabili positive, quali l’adeguamento dell’ISEE, il nuovo “premio alla nascita” durante la settima e l’ottava mensilità di gravidanza, oppure la presenza di persone con disabilità. Come detto, il riconoscimento dei conguagli è stato effettuato risalendo sin dal mese di marzo 2022. 

Sono emerse però anche situazioni in negativo: debiti residui di circa 400 euro che INPS recupererà a rate sui successivi pagamenti dell’Assegno.

Ma c’è anche chi non rientra in nessuno dei due casi appena descritti. In coda alle operazioni di aggiornamento degli importi, infatti, alcune situazioni sono ancora in una fase di stallo a causa di problematiche diverse accertate nella fase di effettiva liquidazione.

Tale stallo può riguardare in particolare:

  1. le domande di Assegno per le quali l’istruttoria preliminare non è stata completata per mancanza della documentazione necessaria;
  2. richieste che, sebbene accolte e liquidabili, presentano anomalie nell’abbinamento tra il codice fiscale dell’utente e l’IBAN di accredito, come esposto nella domanda, o riferibile a una banca non convenzionata con l’INPS.