Pensioni minime innalzate a 1.000 euro è sempre stato uno degli obiettivi di Forza Italia, ma ora che il suo leader Silvio Berlusconi se ne è andato c’è speranza affinché si realizzi?
Già nel 2001 nell’agenda del Governo Berlusconi figurava l’innalzamento delle pensioni minime fino alla soglia di 1 milione di lire, obiettivo poi raggiunto. Nel 2021 è tornato alla carica con la soglia minima di 1.000 euro per salvaguardare il potere d’acquisto delle pensioni, erose dall’inflazione. Soglia lontana da quella attuale: ad oggi, il trattamento minimo arriva a malapena a 600 euro.
Forza Italia si è comunque ripromesso che l’innalzamento delle pensioni è un obiettivo di legislatura, ma senza Berlusconi sarà davvero così?
I pensionati che godono di un trattamento minimo sono, di solito, ex lavoratori che hanno avuto una carriera professionale in cui si sono alternati periodi di lavoro, e non lavoro, differenti. Tra questi ci sono molti ex lavoratori autonomi come artigiani, commercianti, coltivatori diretti.
È soprattutto a questi ultimi a cui si rivolgeva Silvio Berlusconi quando prometteva l’innalzamento delle pensioni. Adesso, con la morte dell’ex Premier, i pensionati perdono uno dei principali alleati, nonostante Forza Italia mantenga comunque l’obiettivo.
Tuttavia, il punto del programma potrebbe iniziare a vacillare o a retrocedere nella scala delle priorità nell’agenda di governo. Berlusconi, infatti, ha sempre personalmente investito sull’aumento delle pensioni e senza di lui è concreto il rischio che le garanzie vengano meno.