Il Senato è a lavoro per estendere la platea dei beneficiari del nuovo Reddito di Cittadinanza, ossia l’Assegno di Inclusione che partirà dal 1° gennaio 2024.
Il decreto Lavoro del 1° maggio lo prevede esclusivamente per i soggetti disabili, over 60 e minorenni, ma pare che alcuni emendamenti al decreto puntino a includere tra i beneficiari una nuova categoria di persone: coloro che sono affetti da disagio biopsicosociale.
La volontà è quella di estendere l’Assegno di Inclusione, pari a 500 euro mensili per 18 mesi, poi rinnovabili, anche a coloro che (fermo restando i requisiti economici e patrimoniali) non sono affetti da disabilità fisica, non hanno più di 60 anni o meno di 18 anni ma che comunque vivono in una situazione di disagio. Non di tipo fisico, bensì psico-sociale.
Al riguardo, in Senato si sta discutendo proprio su 3 emendamenti al decreto Lavoro proposti da 3 diverse sponde del centro-sinistra. Emendamenti che modificherebbero l’art. 2, quello sui beneficiari del nuovo Assegno di Inclusione.
L’emendamento prevede che dopo il comma 1 si debba inserire il seguente:
"1-bis. L'Assegno di inclusione è riconosciuto altresì ai nuclei ed ai singoli in condizione fragilità e di grave disagio psicosociale, anche per transitori problemi di salute fisica e mentale, inseriti in programmi di cura, protezione e assistenza dei servizi sociali, sanitari e sociosanitari, anche in collaborazione con le strutture del Terzo settore, a seguito di una valutazione multidimensionale dei servizi sociali o sociosanitari e da essi certificati secondo le procedure e le modalità da definirsi con decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, da adottare entro novanta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Il decreto, previo accordo in Conferenza unificata, definisce le responsabilità e le modalità di presa in carico dei soggetti di cui al presente comma."
L’emendamento da loro presentato prevede che dopo il comma 1 sia aggiunto il seguente:
"1 - bis L'assegno di inclusione è riconosciuto altresì, a richiesta di uno dei componenti del nucleo familiare, ai nuclei ed ai singoli in condizione fragilità e di grave disagio psicosociale, anche per transitori problemi di salute fisica e mentale, inseriti in programmi di cura, protezione e assistenza dei servizi sociali, sanitari e sociosanitari, anche in collaborazione con le strutture del Terzo settore, a seguito di una valutazione multidimensionale dei servizi sociali o sociosanitari e da essi certificati secondo le procedure e le modalità da definirsi con decreto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali emanato entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge. Il decreto, previo accordo in Conferenza unificata, definisce le responsabilità e le modalità di presa in carico delle persone in condizione di fragilità e grave disagio".
Dopo il comma 1, va inserito il seguente:
"1-bis. L'Assegno di inclusione è altresì riconosciuto nel caso di nuclei con un componente in condizioni di fragilità e di grave disagio psicosociale, inseriti in programmi di cura, protezione e assistenza dei servizi sociali, sanitari e sociosanitari, anche in collaborazione con le strutture del Terzo settore, a seguito di valutazione multidimensionale dei servizi sociali o sociosanitari e da essi certificati secondo criteri, procedure e modalità da definirsi con decreto del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, previo accordo in Conferenza unificata, emanato entro 90 giorni dall'approvazione della presente legge".
Se la proposta di includere le persone affette da disagio biopsicosociale dovesse essere accettata (tutto dipenderà dalle risorse a disposizione), occorrerebbe capire quale dei 3 emendamenti passerà.