Quando ci saranno nuovi aumenti di stipendio per i lavoratori del Commercio, Terziario e Servizi? Ci sono novità dalle trattative per i rinnovi dei contratti collettivi di settore?
Vediamo qual è la situazione e perchè queste settimane di giugno e forse luglio 2023 potrebbero essere decisive per il rinnovo dei contratti collettivi del settore.
Il contratto collettivo del settore è scaduto il 31 dicembre 2019. Nel corso dei primi mesi di quest’anno è stato erogato un importo a titolo di una tantum, a copertura del lungo periodo di carenza, e un primo acconto da 30 euro con la Busta paga di aprile scorso. Secondo quanto prevede il Protocollo firmato da Confcommercio con Filcams-Fisascat-Uiltucs. Replicato anche da Cooperative, Federdistribuzione e Confesercenti.
Questo acconto è stato erogato anche a maggio e sarà erogato anche con la Busta paga di giugno, avendo incidenza anche sulla 14a mensilità. E fino a quando il ccnl non sarà rinnovato.
Il ccnl è scaduto il 31 dicembre 2019, al momento si registra una vacanza contrattuale molto lunga, a cui i lavoratori del commercio, terziario e servizi, sono abituati negli ultimi anni. Si parla di 3 anni e mezzo di scopertura contrattuale. E’ per questo che i sindacati dei lavoratori sono sul piede di guerra.
Era gennaio scorso quando Uiltucs, uno dei sindacati che siedono al tavolo di trattativa, dichiarava che la deadline era proprio il mese di giugno. Impegno rinnovato qualche settimana fa con un comunicato in cui si ricorda che era obiettivo del Protocollo di dicembre 2022 “giungere in tempi rapidi al rinnovo dei contratti nazionali di lavoro”.
Rinnovo contratto collettivo Commercio, Terziario e Servizi, sono in molti ad ipotizzare che il rinnovo arrivi a giugno. Ne sono convinti i sindacati, che il 7 giugno 2023 hanno potuto leggere il comunicato ISTAT con il nuovo indice inflattivo IPCA. Quello che indica la strada per negoziare gli aumenti retributivi dei contratti collettivi nazionali di lavoro. L’IPCA dice che il 2023 si chiuderà con il 6,6%.
Ma l’indice IPCA da poco divulgato ci dice anche che per il quadriennio di riferimento (2020-2023) del contratto collettivo del Commercio l’aumento retributivo dovrebbe essere del 14,5% (leggi qui per approfondire). Sarà così? Sarà questo l’aumento che arriverà nelle tasche dei lavoratori. Difficile dirlo, molto dipenderà da come andrà la ‘partita’ tra i rappresentanti delle aziende e sindacati.
Quel che appare evidente a questo punto è che dopo il rinnovo del CCNL Vigilanza il settore dei servizi e del commercio arriverà presto a chiudere anche il ‘contrattone’, che interessa più di 3 milioni di lavoratori tra piccoli negozi, centri commerciali, catene della grande distribuzione, uffici e servizi.