Col salario minimo a 9 euro orari cosa cambierebbe per i lavoratori domestici? E’ l’interrogativo che si pongono i giornalisti di SkyTg24 che hanno intervistato il presidente dell’associazione datoriale che rappresenta i datori di lavoro domestico, Assindatcolf, Andrea Zini.
Salario minimo, in Italia non esiste una legge che stabilisce quale sia la paga minima per le prestazioni di lavoro. Il tutto è rimesso alla contrattazione collettiva. Che non sempre viene applicata oppure viene applicata solo parzialmente.
La proposta di varare una legge, lanciata dai partiti di opposizione e accolta con favore da una parte del sindacato, riguarderebbe tutte le forme di lavoro, quindi anche i lavoratori domestici come colf, badanti, babysitter, ragazze alla pari, ecc. Dunque anche per questi lavoratori la paga minima diverrebbe 9 euro orari.
Uno dei settori sui quali impatterebbe una legge di questo tipo è proprio quello del lavoro domestico. Come ricorda SkyTg24 la paga minima oraria stabilita per i collaboratori domestici con regolare contratto è diversa a seconda delle mansioni, ma quasi tutte inferiori ai nove euro:
A queste cifre vanno aggiunti i ratei di tredicesima, Tfr, ed eventuali superminimi. Non certo rari in questo settore, specie nei grandi centri urbani come Milano, Roma, Torino.
E allora cosa accadrebbe ai lavoratori domestici se la proposta di legge fosse approvata?
“Dipende da zona a zona, grandi città e piccoli paesi, Nord e Sud – spiega il presidente di Assindatcolf Andrea Zini – Una colf in città grandi e medie prende tra i 10 e i 12 euro all’ora. Ma in tutto il Paese buona parte dei nostri lavoratori è al di sotto di questa soglia fatidica dei 9 euro”.
Dunque la risposta sembra chiara. In buona parte d’Italia i salari dei domestici aumenterebbero. Anche se, precisa Zini, “Non sappiamo come questa soglia (dei 9 euro, ndr) verrebbe calcolata: se si fa riferimento a tutte le retribuzioni dirette, annuali e pluriennuali, e/o al solo orario di lavoro svolto, le differenze sono notevoli”.