Il dibattito politico sull’introduzione del salario minimo è sterile se non si tiene conto che una buona parte dei contratti collettivi nazionali di lavoro hanno retribuzioni che stanno ben al di sopra di 9 euro lordi. La soglia minima legale nell’idea dei partiti di opposizione che hanno depositato una proposta di legge in Parlamento.
E’ quanto mette in luce un Dossier Adapt a cui da spazio Il Sole 24 Ore in edicola oggi con un titolo in Prima Pagina.
La ricerca Adapt prende a riferimento 11 CCNL tra quelli più applicati, dal settore Alimentare ai Rider. Questi “prevedono in media un trattamento economico di 10,29 euro l’ora, con un minimo di 9,25. Livelli superiori ai 9 euro previsti dalla proposta di legge per introdurre in Italia il salario minimo legale”.
Emblematico è il caso dei Rider, i ciclofattorini che consegnano pasti a domicilio nelle grandi città, per i quali – viene sottolineato – esiste già un CCNL di riferimento ma non viene applicato dalle piattaforme digitali. E’ il CCNL Logistica Trasporti che dal 2018 ha previsto una regolamentazione specifica per questi lavoratori.
“Il risultato è evidente – scrive ‘Il Sole’ – : nessuno di questi undici Ccnl maggiormente applicati prevede un trattamento economico complessivo inferiore alla tariffa dei 9 euro lordi omnicomprensivi. La media di questi undici Ccnl è 10,29 euro, che parte dai 9,25 euro di una guardia giurata inquadrata al quarto livello del Ccnl vigilanza privata fino ad arrivare alla cifra di 11,34 euro di un operatore di laboratorio di livello E2 del Ccnl chimica-farmaceutica. Significativo, poi, evidenziano i due esperti Adapt, che in tutti i contratti analizzati già soltanto considerando le ipotesi che prevedono minimi tabellari, due scatti di anzianità maturati e i ratei delle mensilità aggiuntive si superano i 9 euro lordi proposti e addirittura in cinque dei contratti presi in considerazione il trattamento economico risulta superiore ai 9 euro lordi già solo considerando i minimi tabellari (chimica-farmaceutica, metalmeccanica industria, industria alimentare, commercio e tessile abbigliamento)“.
Insomma, il “lavoro povero esiste, eccome”, conclude la ricerca. Ma il problema non è la fonte che fissa il salario minimo (già ci sono i CCNL), semmai è un problema di renderli efficaci, superando così i contratti cd. ‘pirata’ e il lavoro nero che abbassano i livelli di tutela.