E’ arrivata nel pomeriggio di ieri la firma sul rinnovo del CCNL comparto Scuola Istruzione 2019-2021. Un rinnovo che mette una pietra definitiva sulla vertenza aperta da anni con una mediazione sugli aumenti medi per il personale Docente e Ata di 124 euro.
Sul fronte sindacale pesa la mancata firma sul rinnovo, del sindacato UIL Scuola RUA che ha deciso all’ultimo momento di non formalizzare l’intesa.
“È stata una decisione difficile”, commenta il segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, in una nota subito dopo la mancata firma, “presa insieme alla nostra Confederazione e ai nostri quadri sindacali”.
Tra i punti più controversi che hanno portato il sindacato al dietrofront: “il nodo politico sulla mobilità, la mancata valorizzazione del personale Ata, la precarizzazione del lavoro delle segreterie, l’assenza di riferimenti alle scuole italiane all’estero e la parte dedicata alle relazioni sindacali, che non convince.
Personale Ata, nell’impianto normativo del contratto “vengono implementate ulteriormente” le loro mansioni. “Una inaccettabile ulteriore attribuzione di ruoli – si legge – per cui i collaboratori scolastici, gli assistenti amministrativi e i Dsga – già oberati di incombenze a volte estranee alle loro mansioni, saranno soggetti ad ogni tipo di lavoro con riferimenti generici alla formazione senza che essa venga imputata a carico dell’Amministrazione”.
“Risulta precarizzata la figura dell’ex DSGA e degli ex assistenti amministrativi facenti funzione con l’attribuzione di incarichi triennali che – ricorda D’Aprile – abbiamo fortemente contestato per il personale docente nella Legge 107/15. Nonostante il MEF abbia autorizzato di bandire i concorsi ordinari”.
“In ultimo il FMOF – puntualizza il Segretario Generale della Uil Scuola Rua -. Nel corso degli anni è stato snaturato nella sua concezione originaria (anche a causa dei continui tagli). Adesso ogni tipo di remunerazione è ricavata da questo fondo che si sta rendendo sempre più esiguo”.