L’aumento di stipendio spettante ai lavoratori metalmeccanici con la busta paga di giugno 2023 in molti casi è stato assorbito. L’atteso incremento di 123,40 euro per il livello C3, ex 5° livello, in molti casi non si è neppure visto nei cedolini paga.
Il motivo? Le aziende non lo hanno erogato come quota retributiva aggiuntiva, ma assorbendolo in elementi economici già percepiti dai lavoratori. Così che l’aumento, in molti casi, è risultato inesistente.
«Molte aziende del pordenonese – è la segnalazione del segretario della Fim Cisl, Gianni Piccinin al quotidiano Nord Est Economia – hanno assorbito questo aumento contrattuale nel superminimo, con la conseguenza che l’incremento in busta paga non c’è stato».
Quel che è successo in Friuli Venezia Giulia, anche in province come Udine e Trieste, è solo una di tante testimonianze. Anche alla Redazione di TuttoLavoro24.it arrivano perplesse, altre segnalazioni, da territori come Bologna, Cuneo, Chieti, Napoli, ecc.
Insomma le aziende che hanno dovuto fronteggiare questo aumento di 123 euro improvviso, fuori budget, hanno provato a risparmiare quello che potevano. Tagliando il sovraccosto e rendendolo parte di un costo (come un superminimo individuale) già in erogazione al lavoratore metalmeccanico.
Si può fare? La risposta non è semplice e va analizzata certamente caso per caso. Di certo di può dire che spazi di assorbibilità da parte delle aziende ci sono in quei casi in cui tra le parti (azienda e lavoratore) esiste un accordo, una clausola di assorbibilità connessa all’erogazione di un elemento economico.