Un lavoratore su tre non andrà in vacanza. E’ questa la situazione messa in luce da una recente analisi del Sindacato Europeo (Ces) a proposito dell’impatto dell’inflazione e del “caro ombrellone” sulle scelte dei lavoratori.
In Italia, evidenzia la ricerca, si verificherà una delle peggiori situazioni: a scegliere di non andare in vacanza, nonostante le ferie, sarà il 30,75% dei lavoratori. L’aumento registrato infatti non riguarda solo il classico ombrellone e lettino, ma anche gli hotel e tutti i servizi turistici connessi.
Segue il commento fortemente critico del Segretario Generale Uil Pierpaolo Bombardieri:
“Nel nostro paese, dunque, un lavoratore su 3 non va in vacanza. Evidentemente, parliamo di persone che hanno, sì, un posto di lavoro, ma salari non adeguati o addirittura poveri. Se poi consideriamo anche coloro che hanno perso il lavoro o sono in una condizione di precarietà, questa percentuale è destinata ad aumentare. Semmai ce ne fosse stato bisogno si conferma, ancora una volta, che nel nostro Paese c’è una questione salariale in tantissimi settori, a cominciare, peraltro, proprio da quello del turismo, dove si stanno registrando considerevoli profitti, mentre restano al palo i rinnovi di molti contratti collettivi”.