Mutui dipendenti pubblici: l’INPS sommerso da richieste.
L’aumento dei tassi di interesse dei mutui a tasso variabile ha reso insostenibile per molte famiglie la capacità di sostenere il costo del finanziamento.
Oltre a concedere piccoli prestiti e cessioni del quinto, l’INPS ha ereditato dal soppresso INPDAP anche la possibilità di concedere mutui ai dipendenti pubblici di ruolo.
L’INPS può concedere mutui ipotecari:
L’INPS non concede mutui per liquidità e di conseguenza non accetta surroghe da altro mutuo nel caso in cui il mutuo superi l’importo del valore d’acquisto.
In questo ultimo caso, le domande di mutuo vengono respinte.
Fino a qualche tempo i tassi applicati dall’INPS erano in linea o, addirittura, di poco superiori alle banche.
Con l’incremento dei tassi di interesse, i mutui INPS sono diventati molto appetibili anche a parità di condizioni con le altre banche.
Il motivo è che l’INPS concede mutui trentennali anche ai dipendenti al di sotto dei 65 anni e questo consente di diluire il costo del mutuo in un arco di tempo maggiore.
Le banche, infatti, tendono a far coincidere la scadenza dei mutui con il compimento dei 75 anni del cliente.
Però, solo il cinque per cento delle richiede ritenute valide dall’INPS riescono ad ottenere il mutuo:
Come si vede, è difficilissimo, da quest’anno 2023, ottenere il mutuo INPS.
Abbiamo pertanto fatto una simulazione sul portale INPS per vedere la convenienza del mutuo ed è uscito questo:
Da una simulazione di un mutuo di 100mila euro è uscita una convenientissima rata trentennale di 328,76 euro mensili.
C’è da dire però che i dati vanno presi con riserva in quanto un tasso fisso del 1,16% non è in linea con gli attuali parametri di mercato ed è assai probabile che i parametri di calcolo non siano stati aggiornati dall’Istituto Previdenziale.