Dopo le richieste dei viticoltori e gli annunci della politica, il Governo scende in campo a favore dei viticoltori danneggiati da uno dei più pericolosi funghi della vite: la peronospora.
La produzione quest’anno registra danni che vanno dal 20 al 50%, fino a toccare punte del 100% in aziende del Centro-Sud.
Ma quali sono gli aiuti ai viticoltori previsti dal Governo con il Decreto Asset approvato lo scorso 7 agosto dal Consiglio dei Ministri?
Quali sono i ristori previsti dal Governo contri danni causati dalla peronospora? Secondo quanto si apprende dalle organizzazioni di rappresentanza degli Agricoli, come al CIA, lo stanziamento ammonta a 1 milione di euro.
Si parla di quota “irrisoria per affrontare da Nord a Sud Italia, un problema che, stando all’instabilità climatica e alla rilevanza del comparto a livello mondiale è già emergenza”.
L’aiuto 2023 contro la peronospora sarà erogato attraverso ISMEA e andrà, esclusivamente, a “supportare le imprese agricole danneggiate con un contributo “in conto interessi” a fronte di finanziamenti bancari fino a sessanta mesi, sostenuti delle stesse per condurre l’attività”. Insomma chi paga interessi per finanziamenti in corso potrà scalare (e ottenere) l’aiuto. Chi invece non ha finanziamenti è fuori. E non è tutto: sono esclusi coloro che hanno avuto risarcimenti derivanti da polizze assicurative.
Per Cia però occorre che il Governo vada oltre. “Sarà infatti necessario un rifinanziamento importante del Fondo di solidarietà nazionale, utile a mettere in sicurezza il reddito delle imprese viticole”
“La vigna italiana è, letteralmente, sotto attacco della malattia fungina della vite – denunzia CIA – La prossima vendemmia è compromessa in regioni strategiche per la produzione nazionale di vino, come Sicilia, Puglia, Basilicata e Campania; in difficoltà tra Umbria e Toscana, danneggiata lungo la dorsale adriatica tra Marche, Abruzzo e Molise. A macchia di leopardo, si stimano perdite tra il 30 e il 40%. A soffrire anche la Puglia e la Sicilia dell’uva da tavola, che portano il Paese tra i primi produttori europei, ma stanno già contando danni oltre il 40% della produzione e a seconda del sistema coltura utilizzato”.