In 200 mila hanno perso il Reddito di Cittadinanza. Lo rivela la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, analizzando i numeri di una misura che – spiega – non ha creato lavoro.
La legge di Bilancio 2023 ha stabilito che a continuare a percepire il sussidio fino a dicembre 2023 saranno le famiglie in cui sono presenti soggetti minorenni, over 60 o disabili. A queste categorie, il Decreto Lavoro ne ha aggiunta un’altra: percettori RdC che in famiglia hanno una persona presa in carico dai servizi sociali oppure sono essi stessi coinvolti dai servizi sociali.
Tale novità ha ridotto il numero degli esclusi dal Reddito di Cittadinanza a partire dalla mensilità di agosto. Lo spiega la Ministra Calderone:
«Il dato dei 500mila che perderanno il Reddito è un dato che non ritorna con le evidenze del ministero. Rispetto alla platea dei soggetti che consideriamo occupabili, nella fascia 18-59 anni, all’inizio anno con la manovra avevamo previsto circa 400mila soggetti. Adesso coloro che usciranno dal circuito del reddito perché non considerati soggetti in condizione di fragilità sono circa 200mila – ha detto ad Agorà Estate su Rai3 – Parliamo di nuclei familiari, perché questa era la definizione del RdC però il 75% è costituito da nuclei monoparentali».
Ciò che intende dire la Calderone è che dei 400 mila nuclei familiari che, secondo le previsioni del Ministero, avrebbero dovuto perdere il Reddito di Cittadinanza, in realtà solo la metà sono stati ritenuti occupabili. L’altra metà, infatti, deve essere presa in carico dai servizi sociali per evidenti condizioni di difficoltà e fragilità. Pertanto, a dover rinunciare al Reddito di Cittadinanza saranno circa 200mila famiglie, una cifra di molto inferiore alle aspettative.