Manodopera specializzata sempre più introvabile, anche per l’Artigianato. La caccia ai giovani qualificati e con un bagaglio di competenze interessati ad un percorso di inserimento aziendale non è solo una chimera per il turismo, ma anche per i settori dei servizi e del manifatturiero dell’artigianato.
A metterlo in luce è un’indagine di Confartigianato in cui si mette in luce che “nell’ultimo anno la quota di lavoratori introvabili sul totale delle assunzioni previste è passata dal 40,3% di luglio 2022 al 47,9% registrato a luglio 2023″. Nel giro di 12 mesi dunque la situazione è peggiorata, in tutti i settori (la metalmeccanica su tutti) e in tutta Italia.
Anche se la drammaticità del problema si fa ancor più marcata in regioni come Abruzzo (+11,5%), Calabria (+10,9%), Liguria (+10,8%), Puglia (+10,5%) e Trentino-Alto Adige, la regione più esposta al fenomeno, con +10,3%.
Dal rapporto di Confartigianato emerge inoltre che, tra le cause di difficile reperimento, per il 32,4% dei lavoratori è dovuto alla mancanza di candidati ed il 10,8% all’inadeguata preparazione dei candidati.
A questa situazione le imprese stanno reagendo in vario modo. Innanzitutto intensificando le collaborazioni con gli istituti tecnici e professionali, l’utilizzo di stage, tirocini, percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento. Ma anche cercando di rendere più stimolante l’offerta economica con “l’aumento delle retribuzioni”, “pacchetti di welfare aziendale, flessibilità dell’orario di lavoro, l’utilizzo dello smart working, interventi per migliorare il clima aziendale e il comfort dei luoghi di lavoro”