Stipendi NoiPA, servono 8 miliardi, rinnovi contrattuali a rischio?
In un’intervista rilasciata a PA Magazine ad inizio agosto 2023, il Ministro Paolo Zangrillo ha dichiarato che sono vicini i tempi per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego per il triennio 2022/2024.
A distanza di un mese da queste dichiarazioni, come si è evoluta la situazione?
Nel 2022 il Governo Draghi stanziò poche risorse per il rinnovo contrattuale, assorbite dall’indennità vacanza contrattuale.
C’è da dire, tuttavia, che alla fine del 2021 il conflitto tra Federazione Russa e Ucraina non era ancora iniziato e nulla lasciava presagire la crisi economia che ne sarebbe conseguita.
Per l’anno 2023 il Governo guidato da Giorgia Meloni non ha stanziato alcuna somma per il rinnovo dei contratti pubblici, salvo l’introduzione di un assegno accessorio temporaneo dell’1,5% calcolato sul trattamento fondamentale della retribuzione che avrebbe dovuto lenire gli effetti di un’inflazione che aveva raggiunto l’11,6% nel 2022.
Le Organizzazioni Sindacali sono insoddisfatte in quanto gli stipendi dei dipendenti pubblici non riuscirebbero a recuperare potere d’acquisto.
D’altro canto, la politica seguita dall’esecutivo è quella di continuare con la politica dei bonus che finora ha penalizzato la classe media monoreddito con stipendi vicino ai 2000 euro netti al mese (35mila euro lordi).
Anche se la partita di destinazione delle risorse è ancora tutta da definire, si prevedono quindi, per l’anno prossimo, stanziamenti minimi che probabilmente porteranno ad eventuali incrementi stipendiali inferiori a quelli del triennio precedente.
Per stanziamenti minimi si intende circa 2 miliardi di euro che significherebbero circa dai 25 ai 30 euro mensili medi netti di aumento pro capite.