Medici, è ripresa martedì 5 settembre la trattativa tra ARAN e sindacati che dovrebbe portare al rinnovo del contratto di medici, veterinari e dirigenti sanitari.
Purtroppo, l’intesa è ancora lontana: il nodo da sciogliere rimane sempre l’orario di lavoro eccedente. Ma ci sono stati dei passi avanti, soprattutto per quanto riguarda gli aumenti stipendiali e gli arretrati.
Il rinnovo del contratto dei medici ruota attorno agli aumenti retributivi, su cui sembra essere stato trovato l’accordo: si parla di una media di 241 euro lordi (si arriva a 290 euro per i medici della prima linea) a cui aggiungere 4 anni e 9 mesi di arretrati (il contratto è scaduto nel 2018), che ammonterebbero a circa 10.000 euro se si considera l’indennità pari all’1,5% dello stipendio che il Governo ha riconosciuto per il solo 2023 ai dipendenti della pubblica amministrazione. Previsti infine benefici dello 0,22% per il trattamento accessorio, più gli aumenti per chi lavora in pronto soccorso.
Intesa più lontana, invece, per quanto riguarda le ore di straordinario, che saranno l’ago della bilancia: ‹‹Nei prossimi incontri cercheremo di risolvere i nodi rimasti aperti, a partire dall’orario di lavoro, da cui dipenderà la nostra decisione di firmare o meno il contratto›› ha fatto sapere il presidente della Cimo-Fesmed, Guido Quici. Altri nodi sono le guardie, la reperibilità e i tempi troppo lunghi per la sostituzione di un medico: ad oggi si parla di un massimo di 9 mesi, limite che deve essere ulteriormente abbassato.
I prossimi incontri si terranno mercoledì 20 e giovedì 28 settembre, quando i progressi fatti finora approderanno di nuovo sul tavolo della negoziazione. Data, quella del 28, accolta a fatica da Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell’Anaao-Assomed, il sindacato dei medici dirigenti del Ssn, che ad Adnkronos Salute ha sottolineato di non voler andare oltre il 20 settembre.